Il museo Archeologico Medioevale di Attimis

Nasce con lo scopo di custodire e presentare le vestigia e gli oggetti della vita quotidiana dei castelli di epoca feudale (X-XV secolo) di un ampio territorio lungo la strada pedemontana che da Cividale del Friuli conduce al Norico. I resti di questi castelli ancora oggi possiedono notevole suggestione e rappresentano elementi caratteristici e peculiari del panorama (Attimis superiore, Attimis inferiore, Partistagno, Cucagna, Zucco, Soffumbergo, Cergneu, Castello della Motta, Zuccola).

Un ricco patrimonio monumentale e archeologico che si integra armoniosamente con i sistemi collinari e pedemontani e con i bacini idrici delle vallate. Una trentina di anni fa i ruderi di due di questi castelli (Attimis superiore e Soffumbergo) sono stati rimessi in luce dai rispettivi proprietari, mossi dal desiderio di poter fruire del sito. Anche se non tenne conto della stratificazione archeologica, la ricerca permise il recupero di significativi oggetti relativi alla vita quotidiana nei castelli. Il Castello di Partistagno (veduta) Torre-mastio e chiesetta di Sant’Osvaldo a Partistagno Da qualche anno molti di questi luoghi sono indagati archeologicamente da ricercatori che permettono la puntuale conoscenza dell’evoluzione delle strutture insediative e della vita al loro interno.

Lo scavo, il recupero e la valorizzazione ma soprattutto la loro razionalizzazione in un comprensorio che li utilizzi anche a fini turistici e didattici, evitando interventi isolati e sporadici, presuppone la creazione del Parco archeologico della terra dei castelli, relativo al patrimonio fortificato medievale del territorio, attualmente in fase di progettazione.

L’allestimento museale offre una panoramica sui più svariati aspetti della vita nel castello medievale. Il percorso è articolato in sezioni nelle quali vengono anche presentati reperti di ceramica, vetro, metallo, materiale organico sia integri sia allo stato frammentario. Fra le collezioni si distinguono gli esemplari più arcaici di ceramica rivestita medievale della Regione: il tipo cosiddetto “spirale-cerchio” (metà XIII sec.); il tipo di ceramica graffita “arcaica” detto “San Bartolo” (metà XIV sec.) oltre agli esemplari, più diffusi, di graffita “arcaica padana” (fine XIV sec.) e graffita “pre-rinascimentale” (secondo, terzo venticinquennio del XV sec.). Sono presentati anche oggetti provenienti da lontane aree di produzione (area ispanica e medio orientale) che testimoniano i vivaci scambi commerciali fra XIII e XV secolo.

Il museo si distingue per la conservazione e la presentazione di materiale organico vegetale e animale, proveniente da strati rinvenuti nei castelli della Motta (seconda metà del XII sec.) e di Soffumbergo (seconda metà del XIV sec.), che consente di ricostruire alcuni aspetti dell’alimentazione degli occupanti nel basso Medioevo. Si possono ammirare anche suppellettili di vetro e metallo, attrezzi agricoli, utensili per attività artigianali, oggetti di abbigliamento, per toletta, per attività  ludiche… tutti databili anteriormente alla prima metà del XV secolo.

Il museo possiede una piccola ma rara collezione di armi e armamento difensivo cronologicamente assegnabile al XIII e XIV secolo. Sono soprattutto tre i pezzi eccezionali che vengono esposti per la prima volta al pubblico. Di grande suggestione i resti di una o più corazze attribuibili ad un cavaliere detto ‘di Soffumbergo’ in quanto recuperati in quel castello negli anni ’70. Sebbene i pezzi che compongono l’armatura (fra cui spicca la rara visiera ‘a ribalta’) appartengono probabilmente a più corredi; il luogo di provenienza comune e l’epoca alla quale risalgono (fine XIV secolo) hanno consentito di affiancarli in un’unica ricostruzione e ciò permette di comprendere meglio la posizione e la funzione specifica di ognuno di essi e dà un’idea abbastanza chiara dell’aspetto di un uomo in armatura pesante alla fine del ‘300.

Dal castello della Motta proviene un gruppo di sorprendenti oggetti ancora più antichi (attribuibili alla seconda metà del XIII secolo): una berdica, cioè una ‘protoalabarda’, molto ben conservata e i resti di una seconda corazza, costituita da ampie e spesse placche per la difesa del busto. Si tratta di reperti di estrema rarità e di grande interesse a cui si affiancano collezioni di vari tipi di cuspidi e altri interessanti oggetti del genere.

Il museo espone la più antica Madonna lignea del Friuli (metà del XIII secolo), proveniente dalla cappella del castello di Partistagno e la Madonnina con Bambino, magistralmente intagliata in un osso di animale (ultimo quarto del XIII secolo), dal castello di Soffumbergo di Faedis. La Madonnina lignea di Partistagno è opera di uno scultore d’oltralpe e rappresenta la Maestà ispirata alla più arcaica ‘Sedes Sapientiae’: nel grembo della Madre rifulge la Sapienza del Padre. La Madonnina di Soffumbergo è una superba manifattura intagliata in osso, opera di maestro probabilmente tedesco-boemo. Il Bambino, acefalo, è intento a ricevere il ‘pettirosso’ – simbolo della passione – dalla Madre.

Orario Estivo (maggio-settembre) Mar/Gio/Sab/Dom 10.00-13.00 / 16.00-19.00, orario Invernale (ottobre-aprile) Mar/Gio 10.00-13.00 Sab/Dom 10.00-13.00 / 15.00-18.00, nei giorni 25 dicembre e 1 gennaio il Museo è chiuso. Ingresso: biglietto intero euro 5, biglietto ridotto euro 3 per persone oltre 60 anni, studenti fino a 27 anni, militari, invalidi, gruppi di almeno 8 persone, scolaresche, ingresso libero ai bambini fino a 6 anni.

Il museo è dotato di shop per la vendita di pubblicazioni e opuscoli, guide, riproduzioni, video, stampe e gadgets. Solo su prenotazione anche nei giorni di chiusura il personale del museo è a disposizione per visite guidate a scolaresche o a gruppi.

Museo Archeologico Medioevale
Via Principale, 99 Attimis tel. 0432 789700
e-mail: info@museoattimis.it

sito web: http://www.museoattimis.it

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