Museo della ceramica in cottoveneto a Carbonera

Presso la sede Cottoveneto i fratelli Armando e Mario Sutor hanno realizzato, in un ambiente espositivo dedicato, un Museo della ceramica per conservare e valorizzare numerosi pezzi di varia provenienza che illustrano gli sviluppi del gusto e degli stili attraverso i secoli, dal Quattrocento al contemporaneo. Una particolare attenzione è riservata agli artefatti della tradizione locale del Nord-Est, ai prodotti di fornaci e manifatture come Appiani, Gregorj, Galvani, Fontebasso, Tognana e Pagnossin.

Accanto a questi manufatti che richiamano la vocazione al genius loci del Museo, ci sono le consistenti collezioni di piastrelle di differenti epoche e paesi, oltre che i numerosi pezzi novecenteschi d’artista e di design (Arturo Martini, Picasso, Gio Ponti e Ettore Sottsass, fra gli altri). Nello spazio progettato da Luciano Gemin e inaugurato il 28 giugno 2002, quella che si apre al visitatore è una vera e propria “casa dell’anima”: della ceramica e di chi ad essa si dedica con passione.

Aprirla al pubblico è scelta di passione e contributo per una conoscenza tanto più grande quanto più viene ampiamente condivisa, oggi anche grazie all’avvio di un progetto scientifico con l’Università IUAV di Venezia per la catalogazione e la valorizzazione del posseduto e il riordino della biblioteca specializzata. All’interno dell’ampio e accogliente ambiente trova inoltre spazio un auditorium per conferenze e incontri, mentre è prevista l’organizzazione di eventi, rassegne ed esposizioni temporanee.

Sostenuti da una forte passione collezionistica, durante viaggi attraverso l’Europa e in mercatini d’antiquariato, i fratelli Armando e Mario Sutor hanno raccolto un vasto repertorio di piastrelle, suppellettili e sculture, pezzi capaci di testimoniare il valore della ceramica, dalle esigenze d’uso agli alti esiti dell’arte e del design.

Uno speciale rilievo è naturalmente dato alla piastrella. Oltre agli esemplari di manifatture venete dei secoli XVIII e XIX, la collezione spazia dall’epoca rinascimentale al Novecento, con piastrelle italiane cinquecentesche, spagnole e portoghesi secentesche, in stile Delft olandesi e danesi – ma anche venete – del Sei-Settecento, di area mediterranea dell’Otto-Novecento. Non mancano inoltre pezzi inglesi di età vittoriana (Morgan) e modern style, oltre a esemplari art nouveau e art déco di produzioni francese, belga e tedesca, fra cui particolarmente interessante una piastrella di Peter Behrens, del 1904.

A completare il panorama, segnalando la versatilità dell’umile materia, si trovano inoltre oggetti di uso domestico di diversa provenienza, fra cui portasapone, contenitori per la cucina e alcune biscottiere d’oltreoceano. E, ancora, manufatti di carattere religioso, come le Madonne di varie produzioni o le targhe e le formelle devozionali, oltre a sculture e soprammobili che dichiarano nelle forme la loro origine.

Infine oggetti di raffinate concezione e fattura che introducono nel pieno della ceramica d’arte del Novecento e dei nostri giorni: Guido Andlovitz, Sergio Asti, Enrico Baj, Angelo Biancini, Giuseppe Capogrossi, Salvador Dalí, Piero Dorazio, Agenore Fabbri, Giovanni Gariboldi, Arturo Martini, Pietro Melandri, Pablo Picasso, Gio Ponti, Aligi Sassu, Riccardo Schweizer, Ettore Sottsass, Carlo Zauli, e una serie di targhe eseguite negli anni Cinquanta da importanti artisti per Ina Casa… vertici espressivi accanto ai quali si aprono scorci su altre produzioni europee, dalla polacca Cmielow alla finlandese Arabia.

L’attenzione al territorio e alla tradizione intesa come genius loci hanno consentito nel tempo di distinguere all’interno del Museo una specificità nel posseduto di pezzi di produzione locale e del Nord-Est, memoria collettiva della cultura materiale. In linea con l’impostazione generale della Collezione, anche per la produzione locale è dato spazio alla storia dei rivestimenti, per esempio con pezzi settecenteschi di Antonibon e otto-novecenteschi di Roberti – entrambe manifatture di Nove – e con quelli della veneziana Cozzi.

Ampiamente documentate sono inoltre le produzioni otto-novecentesche dei marchi Gregorj e Appiani di Treviso, particolarmente interessanti per lo studio delle applicazioni edilizie e architettoniche della ceramica, con gli esiti anche delle collaborazioni di artisti quali, rispettivamente, Arturo Martini e Pompeo Pianezzola. Consistente è la presenza delle trevigiane Fontebasso e Pagnossin e quella della Ceramica Galvani di Pordenone, i cui servizi e oggetti d’uso domestico illustrano un percorso che attraversa il XX secolo, con nomi come Angelo Simonetto e Tobia e Afra Scarpa.

Oltre a una raccolta di cocci e frammenti variamente recuperati dalla Laguna di Venezia, sempre all’ambito domestico sono da ricondurre i tradizionali piatti popolari ottocenteschi, connotati dall’immediata freschezza dell’iconografia (la collezione esposta è una ri-edizione degli anni Cinquanta del Novecento): i mesi, i mestieri, le maschere… racchiusi da tese decorate e spesso aperti su paesaggi agresti o cittadini da esplorare e studiare.

Oggetti e sculture di manifatture come Lazzar, Cacciapuoti, Ceramica d’arte trevigiana, La Donatella, Ceramflor, Zanetti contribuiscono a completare la visione d’insieme di un territorio che ha trovato nella ceramica una vocazione identificante, come testimoniato anche dalle molte esperienze artigianali e artistiche di maestri che in queste zone hanno avuto i natali o hanno trovato approdo, collaborando con le aziende o creando in proprio: oltre i già citati, non si possono dimenticare fra gli altri Federico Bonaldi, Guido Cacciapuoti, Candido Fior, Toni Furlan, Maria Teresa Gracis, Giuseppe Lucietti, Arturo Malossi, Pompeo Pianezzola, Otello Rosa (Ceramica S. Polo di Venezia), Cesare Sartori, Alessio Tasca, Anna Maria Tommasini, Antonio Zen. In collaborazione con il Dipartimento delle Arti e del Disegno industriale dell’Università IUAV di Venezia e con il coordinamento scientifico di Raimonda Riccini e Alberto Bassi, nel 2005 si è dato avvio a un progetto per l’inventario, il riordino e la schedatura della collezione del Museo della ceramica Cottoveneto.

Oltre alla catalogazione dei manufatti, resa disponibile mediante un database accessibile on line realizzato grazie alla collaborazione dell’Archivio Progetti e del Sistema bibliotecario e documentale IUAV, sono previsti in fasi successive l’avvio di studi, la pubblicazione e la divulgazione – anche mediante la rete – delle ricerche risultanti, e l’organizzazione di piccole mostre ed eventi, il tutto finalizzato ad approfondire segmenti, settori e tipologie degli oggetti di ceramica e dei materiali per l’edilizia.

Il progetto rientra in un programma di lavoro di ampio respiro che riguarda il patrimonio storico dell’industria, del design e della cultura materiale del territorio del Triveneto. L’obiettivo del progetto è, in prospettiva, la costruzione di una rete della cultura d’impresa, reale e virtuale, il cui primo risultato concreto sarà la messa a punto di un catalogo on line dei beni censiti.

Museo della Ceramica Cottoveneto
Vicolo Tintori 12
I-31030 Carbonera (Treviso)
Curatori
Armando, Mario e Claudia Sutor
Informazioni e contatti
T +39.0422.4458 F +39.0422.445498
M: cottoveneto@cottoveneto.it

Orario
Lunedì – Venerdì
8:30- 12:30 e 14:30-18:00
Sabato
8:30 – 12:00
Gruppi su prenotazione
Ingresso gratuito

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