Luigi Podda presenta il suo nuovo libro al Saxophone Day

Sarà una intera giornata dedicata al sassofono, tra dimostrazioni, laboratori, esibizioni e presentazioni, sabato 19 a partire dalle 15 alla Biasin Concert Hall di Azzano Decimo il Saxophone Day, nel cartellone di Musica nel territorio realizzato dalla Nam Lab col sostegno della Regione.

E se la conclusione della giornata vedrà alle 19.30 il Meme Quartet (Conservatorio di Trieste) in concerto, momento clou di tutto l’evento sarà alle 17 la presentazione del libro “Adolphe Sax. Il saxofono, storia e repertorio” di Luigi Podda, arricchita dagli interventi musicali del maestro. Luigi Podda, docente del Conservatorio Pollini di Padova, ha lavorato sia in ambito classico che pop (da Marcella Bella a Tony Pagliuca e Miky Dei Rossi); ha collaborato con l’European Saxophone Quartet, l’Italian Saxophone Quartet e con il quartetto Saxaruba. Nel 1990 è risultato vincitore del Primo premio al Concours International Adolphe Sax 1990 (Saint-Nom-La-Bretèche, Parigi).

E’ stato il primo musicista saxofonista italiano a scrivere sulla storia del saxofono, dando alla luce nel 1991 per i tipi della Pizzicato di Udine al libro “Adolphe Sax ed il saxofono”. Ora torna sull’argomento in un volume pubblicato da CLEUP di Padova, con la prefazione del m° Michele dall’Ongaro, presidente dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia e famoso musicologo italiano. Nel nuovo libro racconta dettagliatamente una storia che si può considerare straordinaria da diversi punti di vista. La vita di Adolphe Sax, ha infatti tutti i contorni del romanzo romantico tra idee, ricerca, colpi di genio, fallimenti clamorosi e clamorosi successi, amici (Berlioz) e nemici (quasi tutti gli altri), colpi bassi ricevuti e assestati, rovesci di fortuna, avventure e disavventure pubbliche e private. In primo piano appaiono la sua sbalorditiva capacità visionaria, la sua supremazia tecnica rispetto ai rivali, l’inesauribile vena creativa, di cui il saxofono è il frutto più prezioso.

Con questa invenzione, nel 1840, Sax intercettò un bisogno reale ma al tempo stesso gettò le basi di un futuro che nessuno poteva immaginare (si pensi agli sviluppi nati nel mondo del jazz) compiendo un’impresa davvero spettacolare legata non tanto al perfezionamento tecnico di strumenti esistenti, ma all’idea un nuovo mondo sonoro. Dapprima utilizzato soprattutto nella musica da camera, dalle orchestre e dalle bande militari, divenne poi un punto fermo per i musicisti di Jazz. Tra i jazzisti e il sassofono è stato amore a prima vista: «I musicisti Jazz suonano come se cantassero – spiega Jo Santy del Museo degli Strumenti Musicali di Bruxelles – e il sassofono è un ottimo strumento per farlo. Si può piangere e parlare e piangere e gridare nel sassofono, come si fa con la voce».

Clelia Delponte 3470349679

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