Se 1600 candeline da soffiare vi sembrano troppe, allora dovete sapere che la festeggiata in questione è davvero speciale. È una città museo, unica nel suo genere. Una città evento, che tutto il mondo c’invidia e ammira. Venezia, che il 25 marzo 2021 ha celebrato i 1600 anni dalla sua fondazione (421/2021) o presunta tale, giacché, proprio come ogni tradizione che si rispetti impone, intorno alle origini delle città storia e mitologia spesso s’intrecciano.
Ovviamente per i festeggiamenti e le manifestazioni pubbliche che si convengano al genetliaco, dovremmo attendere il 2022, a causa del rischio pandemico. Venezia, non dimentichiamolo, anche culla di un Patriarcato religioso, legato a doppio filo con la diocesi di Vittorio Veneto. Ben due patriarchi, poi eletti Papi, hanno calcato il soglio diocesano: papa Giovanni XXIII, ai tempi della nomina patriarcale, nel 1953, come cardinale Angelo Roncalli, amava scegliere il Felettano per il suo ristoro estivo; papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani, prima di raggiungere il patriarcato veneziano, fu Vescovo sulla cattedra di San Tiziano, dal 1958 al 1969.
Ma ritornando alla ricorrenza fondativa di Venezia, tre sono sostanzialmente le correnti culturali di pensiero che argomentano, a ragion veduta e con documenti alla mano, la data del 25 marzo 421 a.C. come genesi certa della città. La prima, corroborata dalle cronache redatte dal doge Andrea Dandolo a metà del Trecento, annota che, proprio nel 421, mentre nel Nord Italia si susseguono le invasioni dei popoli germanici, con molte devastazioni, i notabili e il popolo di Padova decidono di approntare un rifugio nelle lagune vicine. Tre consoli partono allora per eseguire questa missione e scelgono, il 25 marzo 421 per l’appunto, il sito di Rialto (Rivus altus) per dar vita alla futura città, quella di Rialto-Venezia, i cui lavori sarebbero iniziati subito dopo la costruzione della chiesa veneziana di San Giacomo, San Giacometto per i Veneziani.
La versione degli Annali del Dandolo viene sposata anche dall’illustre storico Marin Sanudo, che all’inizio della sua celebre Storia di Venezia cita proprio come fonte la veridicità del “decreto cronachistico” redatto dal doge Dandolo. Secondo una seconda visione dagli evidenti richiami medievali, forte di una simbologia di riferimento peculiarmente cristiano-cattolica, la scelta del 25 marzo come data originaria rimanderebbe ai testi delle Sacre Scritture: alla creazione del primo Uomo, Adamo e, all’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria. Allegoricamente, quindi, la prima pietra di Venezia viene posata il giorno stesso in cui, nel libro della Genesi, il Dio Creatore plasma Adamo e l’intera umanità e in cui, nel Nuovo Testamento, l’Arcangelo Gabriele annuncia l’Incarnazione alla Vergine Maria.
Una città che fin dagli albori si vuole, dunque, benedetta ed eletta dal Signore. Forse la più suggestiva delle teorie fondative resta, senza dubbio, quella che chiama in causa il sogno di San Marco, un po’ sul modello eroico romano delle nobili origini troiane. Dopo aver lasciato Aquileia per raggiungere Roma, durante una lunga sosta in laguna, l’evangelista sogna che Venezia sarebbe diventata il luogo ideale del suo eterno riposo. Ed ecco, proprio da questa corrente ammantata di mito e leggenda emergere il messaggio più potente legato alla fondazione di Venezia, che nasce come città predestinata, sacra, voluta da Dio, figlia del mare e, per volontà di Dio, sempre pronta a rinascere. Anche nei prossimi 1600 anni.
Vostra Elena P.
Elena Pilato