«Se – come disse Piero Gobetti – il fascismo è stato l’autobiografia della nazione, chi o che cosa ne potrebbero essere il simbolo in questa stagione di mediocrità mannara?»
Sembra satira ma non è… Pierfranco Pellizzetti passa in rassegna alcuni dei vecchi e nuovi protagonisti della scena pubblica, il cui tratto comune è quello di essere dei “sopravvalutati” o, peggio ancora, dei “glorificati”. Si tratta dell’apoteosi della ben nota italica spregiudicatezza, termine che non trova corrispondenti nelle altre lingue europee, ma che sta a significare anche mancanza di scrupoli e sfrontatezza. Esempi iconici ne sono la “puffetta mannara” (Meloni), l’“avvocato di panna montata” (Agnelli), il “gran visir del regno di partitocrazia” (Napolitano), la “questione morale rimossa” (Berlinguer) e il “rinnovamento titubante” (Schlein).
Mettendo in luce la cifra stilistica e caratteriale di ognuno dei personaggi, l’autore traccia un’analisi tagliente e caustica, restituendoci l’immagine di una nazione che pare non saper più orientarsi verso un futuro di crescita e responsabilità.
Pierfranco Pellizzetti vive a Genova e ha insegnato Politiche globali e Sociologia della politica all’Università degli Studi di Genova. Ha collaborato per diverse testate giornalistiche, tra cui “MicroMega”, “Il Secolo XIX”, “il Fatto Quotidiano” e “il manifesto”. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Dialogo sopra i massimi sistemi d’impresa (2022).
Disegno in copertina di Riccardo Mannelli.
Dal 16 maggio in libreria
Ufficio Stampa Meltemi
Clarissa Greta Gibella
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