Arriva in libreria per Rubbettino Open. La storia del progresso umano di Johan Norberg

Arriva in libreria per Rubbettino Open. La storia del progresso umano di Johan Norberg, il saggio che ha acceso il dibattito internazionale sul futuro delle società aperte. Salutato dal «Financial Times» come “una brillante difesa della globalizzazione” e da «Newsweek» come “una delle letture più illuminanti degli ultimi anni”, il libro approda in Italia con tutta la forza di un messaggio che suona attuale e urgente: senza apertura al commercio, alle idee e alle persone non c’è progresso, ma solo stagnazione e declino.

Il nucleo del libro è semplice ma radicale: il progresso umano nasce dall’apertura. Norberg mostra, con una narrazione che mescola antropologia, storia ed economia, che le società hanno prosperato quando hanno accolto scambi, contaminazioni e innovazioni, mentre hanno conosciuto declino quando hanno ceduto alla tentazione della chiusura. È questo il filo rosso che unisce l’uomo del Similaun, Ötzi, equipaggiato con strumenti e idee provenienti da diverse regioni alpine, alle grandi civiltà del passato: Atene e la filosofia greca, la Baghdad degli Abbasidi, la Cina dei Song, l’Italia del Rinascimento, l’Europa dei Lumi e l’Inghilterra industriale. Tutte fiorirono perché aperte al mondo, e tutte rischiarono di spegnersi quando alzarono barriere, fisiche o mentali.

Norberg individua due forze in perenne conflitto nella natura umana: quella del “commerciante”, che cerca di cooperare e scambiare, e quella del “tribalista”, che tende a chiudersi, a difendere il proprio gruppo contro gli altri. L’intera storia dell’umanità è attraversata da questa tensione. E se oggi vediamo crescere nazionalismi, protezionismi e diffidenze verso lo straniero, non è una novità ma un ritorno di antichi istinti che già in passato hanno soffocato momenti di straordinaria creatività.

Norberg mostra come l’apertura sia stata non solo fonte di ricchezza materiale, ma anche di conquiste sociali e culturali. L’allungamento dell’aspettativa di vita, il crollo della povertà estrema, le rivoluzioni scientifiche e tecnologiche degli ultimi due secoli sono i frutti di un mondo sempre più interconnesso. Persino la lotta alla pandemia di Covid-19, ricorda, è stata possibile solo grazie alla cooperazione scientifica internazionale e allo scambio rapidissimo di dati e conoscenze.

«Open» è quindi insieme un libro di storia globale e un manifesto civile. Ci avverte che nulla di ciò che diamo per scontato – benessere, libertà, stabilità – è garantito per sempre. Le società aperte, spiega Norberg, non sono un dono del destino, ma il risultato di istituzioni e scelte politiche che vanno difese ogni giorno. Perché il rischio più grande non è la minaccia esterna, ma la paura interna che ci spinge a richiuderci, rinunciando a ciò che ha reso possibile la nostra prosperità.

Johan Norberg, saggista, conferenziere e documentarista, è Senior Fellow del Cato Institute di Washington DC e del Centro Europeo per la Politica Economica Internazionale di Bruxelles. I suoi libri sono stati pubblicati in più di 25 Paesi. È stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro della Fondazione Hayek che ha ricevuto insieme a Margaret Thatcher.

Antonio Cavallaro

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