Kasia Wozniak e il mistero quasi svelato della Bella Principessa di Leonardo

Kasia Wozniak, studiosa polacca e storica dell’arte, dedica da oltre dieci anni la sua ricerca a uno dei misteri più affascinanti del Rinascimento: il ritratto noto come La Bella Principessa, attribuito a Leonardo da Vinci. Il suo approccio, unico per profondità e interdisciplinarità, intreccia storia dell’arte, letteratura e teatro, offrendo nuove chiavi di lettura sia sull’opera sia sul contesto culturale e umano in cui nacque.

La formazione di Kasia attraversa tre capitali simbolo della cultura europea e internazionale: Cracovia, Berlino e New York. “Fin da giovane ho sentito l’urgenza di recuperare gli strati della cultura polacca cancellati dalla guerra e dal comunismo – racconta –. Ho studiato Letteratura e Storia del Teatro a Cracovia, poi Storia dell’Arte a Berlino, e infine ho proseguito le mie ricerche a New York. La conoscenza di più lingue mi ha permesso di accedere direttamente a fonti, testi e opere”.

Il suo incontro con il celebre professor Martin Kemp ha segnato una svolta decisiva. Da quella collaborazione è nata l’indagine sulla Sforziade, un poema epico del ‘400 dedicato alla famiglia Sforza, conservato nella Biblioteca Nazionale di Varsavia. In una delle edizioni del 1490, è emerso un possibile legame con la Bella Principessa: un ritratto che fu inserito originariamente nelle pagine del volume e poi rimosso. “Quella scoperta ha aperto un decennio di approfondimenti”, sottolinea.

L’importanza del ritratto nel corpus leonardesco è straordinaria. Leonardo realizzò pochi ritratti femminili e questo, pur mantenendo un’impostazione ufficiale, presenta tratti unici. Il suo ritrovamento in Polonia dopo cinque secoli aggiunge fascino al mistero, soprattutto considerando un’ipotesi di connessione con la collezione che custodiva la Dama con l’Ermellino. Gli elementi a sostegno dell’attribuzione a Leonardo sono molteplici: dalla cornice rifinita su misura, documentata dalla studiosa, alla raffinatezza tecnica riconducibile alla mano dell’artista. “Paradossalmente, proprio l’assenza di una storia documentata per secoli è un indizio decisivo: se fosse stata nota, non sarebbe passata inosservata”.

La comunità accademica segue con interesse, ma mantiene prudenza, anche per la natura privata della collezione. Per confermare definitivamente l’attribuzione basterebbero pochi ulteriori riscontri storici. Nel frattempo, il lavoro di Kasia Wozniak prosegue con un obiettivo chiaro: “Restituire vita a questa giovane donna, la cui esistenza si interruppe tragicamente, e dimostrare che in Polonia potrebbero esserci non uno, ma due ritratti femminili di Leonardo. Sarebbe una scoperta destinata a riscrivere la storia”.
Il ritratto, noto come “La Bella Principessa”, è oggetto di studi approfonditi da parte del professor Martin Kemp, uno dei massimi esperti di Leonardo da Vinci, e del ricercatore Pascal Cotte, specialista in analisi scientifiche delle opere d’arte. Kemp e Cotte hanno condotto una lunga indagine multispettrale sull’opera, scoprendo che questo disegno potrebbe essere stato originariamente parte del manoscritto milanese “La Sforziade”.

La ricercatrice consegna alla propria indagine un messaggio attuale: non si tratta di un percorso concluso, ma di un’avventura in continua evoluzione. “Ogni indizio ci avvicina non solo a un capolavoro, ma a una persona reale che, attraverso l’arte, torna a dialogare con noi dopo cinque secoli”.

Con passione e rigore, Kasia Wozniak apre nuove prospettive sul genio di Leonardo da Vinci, confermando che la storia dell’arte custodisce ancora segreti capaci di emozionare e trasformare la nostra visione del passato. Per chi, come me, si occupa d’arte, scoprire che la storia legata a questo capolavoro rinascimentale possa essere riscritta è una vera emozione.

Alberto Moioli

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