Memoria e tradizione, leggibili nelle proprie origini quanto nella classicità del tratto, definiscono uno stile figurativo personale e fortemente identitario. Se non introspezione quale fonte primaria, conclamata nell’impiego di materiali poveri i quali, attraverso una creatività pulsante ed intimamente coinvolgente, divengono manufatti.
L’ennese Angelo Licari trae linfa della propria esperienza artistica dal legame con la propria terra d’origine, la sua natura e l’umanità ivi presente. Da cui una poetica densa di sensibilità e memoria, in cui la figura umana riveste un ruolo centrale: ripresa nell’impiego di vibranti cromie se non contratta in posture, riflesso della fatica intrinseca della quotidianità rurale ed emblema, se non nucleo affettivo e simbolico, della sua ispirazione. L’impianto figurativo, d’estetica espressionista, esprime una solida padronanza tecnica riconducibile alla formazione accademica, dalla quale Licari progressivamente si emancipa, per approdare ad una visione più intima ed immediata. La permanenza in Lombardia marca una fase di transizione definita metafisica, dove la rappresentazione subisce una scomposizione formale tramite un’indagine introspettiva del reale. Al rientro nei luoghi natii, la maturità raggiunta manifesta una rinnovata attenzione per la figurazione, filtrata da una cifra stilistica personale, accostabile ai dettami della Transavanguardia e del Neoespressionismo. Di qui un linguaggio pittorico identitario, ricco di pathos e tradizione, fonte di un significativo riscontro da parte della critica e del pubblico.
‘Tutti hanno bisogno di attingere ad un quadro’, afferma Michele Pucacco, assecondando l’innata pulsione assunta a linguaggio, materico e simbolico, che veste il ruolo di impronta e di corrente presenza. L’impiego della juta, per le tele, di tempere, acrilici ed olii cui aggiungervi carta, stoffa o legno evidenziano la scelta tra materiali poveri, quanto preziosi per l’artista, poichè fulcro dell’incessante ricerca avviata da Pucacco nell’esercizio dell’unica attività svolta in vita, quella artistica, incontaminata per tanto da qualunque possibile logica o razionale digressione. L’esito degli studi, dapprima al liceo artistico ed, a seguire, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove merita menzione la tesi dedicata all’opera del Maestro Alberto Burri, anticipa la vicinanza all’artista molisano Achille Pace, tracciando un percorso orientato poeticamente alla libertà assoluta, evidente nella volontà di non titolare i manufatti, ed, esteticamente, alla tangibile plasticità della composizione. Da cui geometrie, angolari e circolari, quali sintesi di una energia interiore che rivisita la rappresentazione – della femminilità in particolare, lecitamente riconducibile all’essenza del creato – attraverso la purezza assoluta di un sentire autentico.
Testo critico e presentazione:
Pietro Franca
Per i possessori di CARD CULTURA sconti riservati sull’acquisto delle opere
Galleria Wikiarte – Galleria Falcone e Borsellino 2/D, Bologna
Durata mostra:
Dal 22 novembre al 4 dicembre 2025 (4 dicembre chiusura ore 13.00)
dal martedì al sabato dalle 11.00/13.00 (su appuntamento) – 15.00/18.00
Info e contatti:
Mail: info@wikiarte.com – Sito: www.wikiarte.com – Telefono: 051.4841864
Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte, Galleria Falcone e Borsellino 2/D, 40123 Bologna (BO)
