Durante il raduno internazionale del karate organizzato da Multisport Veneto al Palazzo del Turismo di Jesolo, arte e autodifesa si sono fuse in un’esperienza collettiva e performativa. Elena Ketra, visual artist e creatrice di Luchadoras, ha trasformato i tatami dove hanno gareggiato oltre quattromila atleti della Venice Cup e della Youth League, in un laboratorio di consapevolezza corporea e agency femminile, coinvolgendo dieci donne di diverse età in un workshop di difesa personale guidato da Benedetta Mezzari, tecnica FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali).
Il progetto prende ispirazione dalle iconiche lottatrici della lucha libre messicana, figure storiche di emancipazione e resilienza, che dagli anni ’30 hanno sfidato un contesto sportivo maschile e discriminatorio, costruendo un immaginario unico in cui atletismo, teatralità e identità culturale si intrecciano.
Nove maschere realizzate a mano da Ketra raccontano storie individuali e collettive, trasformando l’artista in un medium vivente: indossandole, diventa ponte tra passato e presente, incarnando forza, coraggio e autodeterminazione. «Luchadoras nasce dal desiderio di restituire alle donne uno spazio di forza, visibilità e autodeterminazione», spiega Ketra. «Trasformare il corpo in un luogo di consapevolezza e non di vulnerabilità è il cuore del progetto».
Il workshop, organizzato a ridosso della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha introdotto le partecipanti ai principi della difesa personale: gestione dello spazio, tecniche di liberazione e consapevolezza corporea. Con il supporto tecnico di Jute Sport, distributore ufficiale Adidas Combat Sports in Italia, le ragazze hanno indossato magliette personalizzate, rafforzando un senso di identità collettiva e appartenenza. Il tatami sul quale si sono sfidate è stato circondato da quattro totem che ritraevano le maschere create e indossate dall’artista. Tutt’attorno, gli spalti del Palaturismo di Jesolo, migliaia di posti a sedere e ancora vuoti, in attesa delle competizioni di carattere mondiale dei giorni successivi, emblema di quel silenzio che ancora oggi si ode quando di parla di empowerment femminile.
Pur strutturato come laboratorio, Luchadoras assume una forte dimensione performativa: Ketra si immerge in uno spazio altro, il tatami, non concepito come luogo artistico ma come campo di esperienza, dove l’osservazione e il dialogo attivano una contaminazione dei linguaggi, trasformandolo in un dispositivo narrativo e culturale. Il progetto nasce da una rete di collaborazioni tra istituzioni culturali, realtà sportive e piattaforme mediatiche, con il sostegno della Fondazione Solares delle Arti. È un intervento di attivismo concreto: l’autodifesa diventa gesto di agency, percorso di riscoperta del corpo e della propria forza. L’esperienza consolidata sul tatami genera coraggio, fiducia e solidarietà, ampliando il dibattito sulle trasformazioni identitarie contemporanee e sulla parità di genere.
Uno degli aspetti più interessanti di Luchadoras è la sua natura itinerante. Il workshop-performativo è concepito per essere replicato in sedi museali, fondazioni, festival, scuole, palestre e spazi pubblici. Questa flessibilità operativa consente al progetto di rivolgersi a pubblici diversi, promuovendo una circolazione attiva dei temi trattati e generando nuove comunità di partecipazione. In questa prospettiva di apertura e mobilità, l’artista è stata selezionata per la residenza internazionale dell’International Studio & Curatorial Program di New York (ISCP), dove Luchadoras sarà portato e ulteriormente sviluppato. Il contesto newyorkese rappresenta un’importante occasione di approfondimento e di espansione della ricerca, contribuendo ad ampliare il dialogo del progetto e il suo impatto in una dimensione internazionale.
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO
Elena Ketra è un’artista multidisciplinare formata all’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua ricerca indaga empowerment femminile, inclusione e processi di autocoscienza intrecciando estetica pop, cultura queer e critica sociale. Tra le opere più note figurano Girlpower, Serialmirrors e Utereyes, progetti simbolici che decostruiscono stereotipi di genere. Nel 2023 realizza la performance digitale Sologamy, approfondita nel saggio “Sologamia. L’arte di sposare sé stess?”; nel 2025 il termine “sologamia” entra come neologismo nella Treccani. La sua ricerca è stata raccontata dalle principali testate italiane, e un’opera del progetto Luchadoras è scelta come copertina di Exibart. Ha esposto in istituzioni nazionali e internazionali tra cui Museo Madre (Napoli), MAM (Mantova), Silesian Museum (Katowice), Stichting Artes (Amsterdam) e Kyoto Shibori Museum. Vincitrice dell’Exibart Prize 2024, è selezionata per la residenza internazionale ISCP – International Studio & Curatorial Program di New York. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. www.ketra.it
LE LUCHADORAS
La partecipazione femminile alla lucha libre affonda le radici negli anni ’30, ma è negli anni ’50–’60 che le luchadoras iniziano a conquistare un vero spazio, sfidando pregiudizi sociali e il divieto non ufficiale che limitava la presenza delle donne nei ring principali. Negli anni ’70 la disciplina vive il suo primo periodo d’oro, grazie a figure carismatiche come La Dama Enmascarada, Irma González e Lola González, che aprono la strada a generazioni future. Nonostante periodi di restrizioni — come il blocco alle esibizioni femminili a Città del Messico durato fino al 1986 — le atlete continuano a lottare e a espandere la loro popolarità in tutto il paese. Dagli anni ’90 a oggi, la lucha libre femminile vive una crescita costante: nascono nuove federazioni, si moltiplicano gli eventi internazionali e le luchadoras diventano simboli di empowerment, mescolando atletismo, teatralità e identità culturale. Star contemporanee come Marcela, Amapola, Lady Shani, Faby Apache e molte altre continuano a innovare lo stile, conquistando pubblico e riconoscimenti globali. Oggi le luchadoras incarnano una tradizione viva, unendo spettacolo e lotta per la parità, trasformando il ring in uno spazio di potere e autodeterminazione.
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