CULTURA. UNESCO GIOVANI: MUSEI GRATIS PER UNDER 35

Dai musei gratuiti per gli under 35 a una borsa universale di 20mila euro per ogni 18enne, fino alla richiesta di inserire nelle etichette dei prodotti le emissioni di CO2 generate. Sono alcune delle proposte che l’associazione italiana giovani per l’Unesco (Aigu) metterà sul tavolo in occasione del suo terzo Forum, in programma domani a Parma e visibile in streaming sui canali social di Aigu. Davanti a un parterre di personalita’ istituzionali, l’associazione stilerà un Manifesto che “sarà il punto di partenza su cui discutere”.

Con una priorità: “Aumentare la partecipazione giovanile alle scelte del Paese”. A poche ore dall’inizio del Forum, ne parla con l’agenzia Dire il presidente dell’associazione, Antonio Libonati:

– Domani sabato 27 marzo, si terrà a Parma il vostro terzo forum. Da quel palco virtuale lancerete un piano d’azione per un “nuovo protagonismo giovanile”. Quali saranno i punti cardine della vostra proposta?

“Le nostre priorità sono di aumentare la partecipazione giovanile. Si parla moltissimo di giovani, ma molto poco con I giovani. Per questo il Forum vuole essere un luogo in cui I giovani si confrontano tra loro e con la politica, mettendo sul tavolo delle proposte che rappresentano il nostro contributo per il post-Covid, sperando che sia vicino, ma che guardano anche al 2030 e al 2050. I nostri temi cardine solo la scuola, la cultura, il cibo e la nutrizione e la rigenerazione urbana. Al termine del Forum presenteremo il nostro Manifesto che conterrà le proposte e sarà un punto di partenza su cui discutere. Tra tutte, una legge sul benessere delle future generazioni, un provvedimento già emanato in Galles, che aumenta la partecipazione dei giovani alla vita pubblica attraverso, per esempio, audizioni obbligatorie delle associazioni giovanili nel processo legislativo e decisionale, e poi l’istituzione di una borsa universale, che prevede per ogni giovane che raggiunge la maggiore età una borsa pari a 20mila euro”.

– Avete pensato anche alle coperture economiche di questa proposta? La vostra idea è quantitativamente molto lontana dal Bonus 18app che versa 500 euro per spese in cultura. Come vi ponete rispetto a queste iniziative gia’ in essere?

“Si tratta di due pianeti completamente diversi. Prima di tutto c’è una differenza tra il concetto di bonus, che è sicuramente un regalo utile per un 18enne, e di borsa. A 18 anni si e’ chiamati a compiere delle scelte che condizioneranno tutta la vita. C’è chi si può permettere di fare certi percorsi, chi invece deve lasciare le proprie ambizioni. E questo non è accettabile per un Paese che si consideri civile. Questa proposta puo’ apparire molto forte, un’utopia, ma permetterebbe a un 18enne di intraprendere il proprio percorso, superando le disuguaglianze. Per quanto riguarda le coperture, abbiamo calcolato che si dovrebbero azzerare e convogliare su questa misura tutti i vari benefici sparpagliati per quella fascia d’età. E poi ci sarebbe la rimodulazione della tassazione su alcuni punti specifici, come quella sulle successioni, che da noi è molto bassa rispetto ad altri Paesi. In questo modo si coprirebbero circa tre quarti del totale del costo di questa misura, che è pari circa a 10 miliardi l’anno”.

– Durante il Forum ci saranno dei tavoli tematici attraverso cui porterete all’attenzione del governo le vostre istanze come contributo concreto al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per la cultura, il Pnrr stanzia 5,6 miliardi di euro. Che cosa ne pensate?

“I 5,6 miliardi sono una cifra sicuramente benvenuta in un settore che da anni soffre carenza di risorse. Su 210 miliardi, però, forse uno sforzo in piu’ si poteva fare. Tra i temi illustrati dal ministro Franceschini c’è quello del recupero dei borghi, che e’ molto importante, ma credo che un’attenzione molto maggiore debba essere data ai centri storici delle nostre città d’arte. Bisogna riportare i residenti ad abitare nei centri delle loro città e fare in modo che il turismo, che tornera’, non sia più quel turismo di massa che ha portato Venezia, per esempio, a essere nella black list dell’Unesco. Sul fronte del patrimonio culturale il Forum avanzerà due proposte: la prima e’ quella di un New deal della cultura: il piu’ grande piano di assunzione di giovani under 35 nel mondo dei beni culturali, ma ragionando anche in termini di una riforma delle procedure concorsuali che talvolta fanno allontanare le menti più brillanti in favore dell’estero. Il secondo e’ l’ingresso gratuito per tutti gli under 35 almeno per due anni in tutti i luoghi statali della cultura. Una sorta di ristoro che non è solo economico, ma sociale, culturale, relazionale e intellettuale”.

– Anche in questo caso avete pensato alle coperture economiche?

“Fino al 2014 nei luoghi della cultura era previsto l’ingresso gratuito per i 65enni, che sono molti di più rispetto agli under 35. Quindi, se potevamo permettercelo in quel momento, possiamo farlo anche oggi”.

– Quella riforma prevedeva peroòanche le domeniche gratuite per tutti una volta al mese. Quella misura verrebbe soppressa?

“Personalmente, non sono completamente favorevole alle dinamiche che comportano una grande presenza concentrata in un tempo stabilito. E non so quale sia stato l’impatto vivo, culturale, delle domeniche gratuite”.

– Il Forum punterà molto anche sull’ambiente. Su questo fronte quali sono le priorità dell’associazione?

“Accogliamo con molto favore il fatto che si parli di sostenibilità e di transizione ecologica con un ministero ad hoc. A Parma avremo anche il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, e tra le proposte che porteremo alla sua attenzione c’è anche quella di inserire nelle etichette dei prodotti le emissioni di CO2 generate, in modo da rendere consapevoli i consumatori anche nelle loro scelte quotidiane. E magari dal 2030 si potrebbe chiedere alle aziende di stare entro certi limiti di CO2 prodotta”.

– Tra le maggiori difficoltà di questo momento c’è la chiusura delle scuole per tentare di arginare la pandemia. Una misura che ha suscitato moltissime critiche. Qual è la posizione dei giovani per l’Unesco?

“La nostra associazione è nazionale e come tale ha una realtà molto composita. A livello personale posso dire che sicuramente la frase che ci è stata detta – e cioè che le scuole sarebbero state le ultime a chiudere – non è stata rispettata. Questa è una ferita evidente, comunque la si pensi. Vedere negozi aperti e scuole chiuse non e’ accettabile. Dal mio personale punto di vista le scuole devono riaprire il prima possibile anche in zona rossa, almeno per i più piccoli: nidi, materne ed elementari. Siamo di fronte a una situazione che potrebbe essere molto complicata soprattutto per i piu’ fragili. E anche per gli altri si deve fare tutto il possibile perché la scuola riapra in presenza, anche pensando a turnazioni e all’ausilio della didattica a distanza”.

fonte «Agenzia DIRE»
comunicazione@agenziadire.com

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