Sarà il busto del legionario Tolomei il testimonial di Milani al Roncale

L’effigie del “Legionario Spagnolo” Federico Tolomei sarà l’immagine guida dell’esposizione che si terrà a Palazzo Roncale dal 25 marzo al 25 giugno prossimi, dedicata a “Virgilio Milani e l’Arte del ‘900 in Polesine”.

La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, indagherà l’opera dello scultore rodigino inserendola nelle vicende artistiche del suo tempo in Polesine.

“L‘opera di Milani scelta per il manifesto è datata 1940 ed esprime – afferma la dottoressa Alessia Vedova, curatrice della mostra – la capacità espressiva di Milani. Che in quest’effige marmorea, dai lineamenti di una purezza e di una cristallinità di matrice classica quasi attica, ci induce a dimenticare lo scorrere della storia e del tempo. Cristallizzando in questo volto – che sembra quasi ‘fuoriuscire’ dalla struttura architettonica che lo costringe – l’emblema di tutti i combattenti caduti in nome di un ideale”.

A volere questo ricordo del Tolomei al Cimitero di Rovigo furono i suoi amici. Il monumento richiama un’erma greca: un pilastrino quadrangolare, in pietra scura, sostiene e contiene il busto del Legionario, scolpito da Milani in tutto tondo, in pietra bianca. Nel mondo greco, le erme venivano collocate lungo le strade e dinanzi alle porte di casa per invocare la protezione di Ermes o di altri dei.

Il “Legionario Spagnolo” rodigino, come recitano le iscrizioni, era nato nel 1913 e finì i suoi anni in Spagna il 27 settembre del 1938, cadendo in combattimento. Dopo aver compiuto azioni gloriose, viene da supporre, visto che a Federico Tolomei venne assegnata la Medaglia d’argento al Valor Militare.

Nel monumento al cimitero cittadino, come luogo della morte è indicata la località di Buye, luogo che l’odierno Google maps non sa localizzare. In Spagna esistono diverse località con un nome assonante, ma scritto con la i anziché con la y. Errore dello scalpellino della lapide, o che altro?

“In realtà sul giovane legionario, effigiato da Milani, poco è dato sapere”, afferma la curatrice della mostra.

“Il contesto è quello della guerra civile spagnola scatenatasi dopo il colpo di stato del 17 luglio del 1936. Quando la Legione Spagnola, di stanza in Marocco, si ammutinò contro il governo legittimo, sostenuto dal fronte popolare. Sbarcò nel sud della Spagna per porsi a fianco dei nazionalisti di Francisco Franco.

L’Italia fascista e la Germania nazista sostennero questa fazione mentre l’Unione Sovietica appoggiava la Repubblica. Le sorti della Repubblica, e della democrazia, vennero sostenute da migliaia di volontari accorsi in Spagna da diversi Paesi d’Europa, e non solo. Anche il fronte opposto attrasse giovani volontari non spagnoli che vennero militarmente inquadrati in “Bandere” (battaglioni) e compagnie della Legione. Spinti dall’ideologia, ma anche dalla miseria, furono migliaia i volontari fascisti che partirono alla volta della Spagna per partecipare alla guerra civile”. Federico Tolomei fu tra loro?

“I mesi che precedettero la sua morte avevano visto i due eserciti logorarsi in una guerra di posizione nel sud della Spagna, sino alla caduta della Repubblica nel marzo del 1939. I nazionalisti di Franco lasciarono sul campo 65.000 morti e 30.000 feriti. Tra loro anche Federico Tolomei.

Molti dei volontari italiani non tornarono dal fronte spagnolo, nemmeno da morti. Sono stati interrati nei tanti cimiteri italiani che era possibile incontrare in tutto il territorio spagnolo e che oggi sono in gran parte scomparsi”.

A fotografare l’erma per trarne il manifesto della mostra è stato chiamato Fabio Zonta, il fotografo che “fa parlare le pietre”. Zonta ha recentemente fotografato diversi capolavori di Antonio Canova ed una mostra di sue immagini canoviane è in questi mesi allestita al Museo Correr di Venezia, dopo essere stata ammirata in altri musei veneti ma anche a New York.

Prima che di Canova, Zonta si era occupato, per conto del Museo di Bassano, dello scultore Orazio Marinali, e anche in quel caso dalla campagna fotografica era derivata una mostra di successo.

Zonta fotografa per diverse importanti istituzioni, tra cui “Le stanze del Vetro-Fondazione Cini” di Venezia, “Musèe des Arts Decoratifs” di Parigi, Museo Gypsotheca “Antonio Canova” di Possagno, “Frick Collection” e “Metropolitan Museum” di New York, “Musei Civici” di Bassano del Grappa, Istituto per l’Enciclopedia Treccani e “FAI” Fondo per l’Ambiente Italiano.

Dal 2003, anno della sua prima mostra personale, Zonta si dedica principalmente alla ricerca sulla “Natura Morta”.

Ha esposto a New York, Paris-Photo, Art-Miami, Ginevra, Londra, Berlino, Roma, Firenze, Venezia, Milano, Torino e Genova.

Per Rovigo ha realizzato una galleria di immagini delle opere monumentali di Virgilio Milani, immagini che saranno inserite nella mostra al Roncale.

Info: Fondazione Cariparo www.fondazionecariparo.it

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