A Vallà, dove un tempo c’erano solo muri spogli e silenzi rurali, ora si snodano visioni, creature ibride e narrazioni contemporanee. Con l’arrivo dell’opera “Dove vagano le bestie selvagge” firmata da Dulk, artista spagnolo di fama internazionale, il borgo veneto di The Wallà si conferma una delle capitali italiane della street art.
Un progetto di rigenerazione urbana che fonde talento globale e identità locale, capace di attirare turisti, studenti e appassionati da ogni parte del mondo anche grazie al nuovo virtual tour interattivo. E il meglio deve ancora arrivare: dopo Ferragosto, toccherà ai celebri PichiAvo, prima del gran finale con Wonderwallà.
Antonio Segura Donat è un artista spagnolo, noto come Dulk a cui piace creare personaggi e storie basati sui propri sogni e sugli eventi quotidiani, mescolando realtà e finzione, con un tocco di surrealismo pop. Dulk è una delle figure di spicco del panorama dell’illustrazione spagnola. I suoi mondi naturalistici ci mostrano un paesaggio tematico tragicomico e surreale ricco di dettagli, a volte reali e a volte immaginari ma sempre invitanti a immergersi in essi. Le sue composizioni ricreano ambienti biologici coinvolti in concetti antagonisti.
L’artista ha appena terminato l’ultima sua opera all’interno del borgo della street art di The Wallà. “In quest’opera ho riunito un gruppo di personaggi che, come molte specie in via d’estinzione, sono costretti a migrare, lasciando il proprio habitat alla ricerca di un luogo migliore”, ha spiegato sui suoi social. “A guidare questa carovana c’è la volpe, un animale che simboleggia l’astuzia, ma anche la vulnerabilità. Accanto a lei ci sono creature che sembrano uscite da un sogno, o forse da un futuro impossibile. Una rana con il corpo di un dinosauro, un gufo dallo sguardo saggio, una chiocciola che si trasforma in un airone. Ognuno di loro è un essere ibrido, una fusione tra realtà e fantasia. Rappresentano il tentativo stesso della natura di reinventarsi per sopravvivere. Tutti avanzano insieme, in una sorta di processione o migrazione simbolica, guidati dallo spirito che conduce il viaggio. Questo murale è un invito a immaginare nuovi percorsi, nuovi modi di coesistere”.
Presto anche la sua opera sarà inserita online grazie nel nuovo virtual tour interattivo disponibile su www.thewalla.it/vt. È uno strumento pensato per far scoprire – anche da lontano – le 23 opere che dal 2021 stanno ridisegnando il volto del paese. Un modo per esplorare, in pochi clic, oltre mille metri quadrati di pareti trasformate da artisti internazionali in grandi tele d’autore, con la possibilità di camminare virtualmente tra i muri dipinti, scoprirne l’autore, la storia e l’intervento creativo. Un invito alla visita fisica, ma anche un’opportunità per scuole, appassionati d’arte, viaggiatori e curiosi da ogni parte del mondo di visitare il borgo senza muoversi dal proprio pc.
“The Wallà non è più soltanto un luogo fisico: è diventato un ecosistema narrativo, un’esperienza culturale continua e accessibile che vive nel borgo, ma anche online, 24 ore su 24”, dichiara Mauro Berti, portavoce del collettivo Bocaverta. “Con l’arrivo di Dulk, uno dei nomi più riconosciuti della street art internazionale, il progetto ha fatto un ulteriore salto di qualità. La sua opera, potente e poetica, affronta il tema della migrazione e della trasformazione con una sensibilità che tocca corde universali, mescolando sogno e urgenza ecologica. Il nostro obiettivo, fin dall’inizio, è stato duplice: rigenerare il territorio e raccontare storie attraverso l’arte, coinvolgendo la comunità in un percorso partecipato e visionario. Il nuovo virtual tour è un passo fondamentale in questa direzione: permette a chiunque, da qualsiasi parte del mondo, di esplorare Vallà e le sue opere, di scoprire gli artisti e le loro ispirazioni, offrendo un invito alla visita ma anche uno strumento didattico e divulgativo. The Wallà oggi è un laboratorio aperto di creatività urbana, e il suo valore cresce giorno dopo giorno.”
Prima di Dulk c’era stata l’opera dell’artista romana Alice Pasquini, in arte Alicè, che nella prima parte della stagione ha realizzato la sua opera in dialogo con i bambini della scuola dell’infanzia, coinvolti anche in un laboratorio collettivo espositivo. Adesso, il borgo veneto è pronto ad accogliere i PichiAvo, street artist di Valencia (Spagna) apprezzati e conosciuti in tutto il mondo per il loro stile inconfondibile in cui i graffiti incontrano l’arte classica, lavoreranno negli ultimi giorni di agosto.
In attesa delle nuove opere, fervono già i preparativi per Wonderwallà, il grande festival che chiuderà la stagione estiva dal 29 al 31 agosto. Dopo il successo dell’edizione 2024 – che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, la creazione dell’opera collettiva “Il Piccolo Pixel” e decine di laboratori, concerti, tour e performance – il festival tornerà con una nuova edizione all’insegna dell’incontro tra arte, comunità e creatività urbana.
“Il progetto The Wallà rappresenta una delle esperienze più significative e innovative di valorizzazione culturale e rigenerazione urbana che abbiamo intrapreso nel nostro territorio”, commenta Matteo Guidolin in rappresentanza del collettivo Bocaverta. “È nato dal desiderio di dare nuova linfa a un piccolo borgo, ma in pochi anni ha saputo conquistare l’attenzione nazionale e internazionale, diventando un punto di riferimento per la street art e per le politiche culturali partecipative. A livello turistico, The Wallà sta generando un indotto crescente, attirando visitatori da tutta Italia e dall’estero, grazie anche al virtual tour e al festival Wonderwallà, che portano attenzione mediatica, presenze e nuove opportunità. Ma l’aspetto che mi rende più orgoglioso è vedere come la comunità stia facendo proprio questo percorso: i cittadini non sono spettatori, ma co-autori di una rinascita culturale che sta cambiando il volto del nostro paese.”
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – La storia di The Wallà
The Wallà è un progetto di rigenerazione urbana partecipata partito a maggio 2021 su iniziativa dell’associazione di promozione sociale “Collettivo BocaVerta”, in collaborazione con il Comune di Riese Pio X e con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Treviso. Il nome unisce in un gioco di parole il termine inglese wall (muro) e il paese in cui ha luogo l’iniziativa, Vallà (frazione di Riese Pio X, nel Trevigiano). Attraverso il linguaggio della street-art si vuole migliorare aree di degrado urbano e creare opportunità culturali ed economiche per il territorio, valorizzando gli immobili oggetto degli interventi degli artisti. The Wallà si propone di trasformare i muri di edifici pubblici e privati in tele per un museo permanente a cielo aperto. Ad oggi sono state realizzate 23 opere in totale: 18 su pareti private (case, capannoni) e 5 su superfici pubbliche (scuola elementare, campo da basket e da pallavolo) e l’iniziativa è in continua espansione. Ogni opera in media supera i 60 metri quadri, si stima che ad oggi siano stati riqualificati oltre mille metri quadri di pareti. Tra gli altri, hanno partecipato al progetto artisti di fama internazionale come Alicè, Ericailcane, Kraser, Zed1, Zentequerente, Tony Gallo, Vera Bugatti, Alessandra Carloni, Bastardilla, Agostino Iacurci, StenLex, Tellas, Franco Fasoli, Pixel Pancho, Joys e Orion. Il 2024 ha segnato un punto di svolta per The Wallà grazie al successo del Wonderwallà Festival, rassegna di eventi, musica e laboratori organizzato a fine agosto. Momento clou è stata la creazione dell’opera collettiva “Il Piccolo Pixel”, un murale a mosaico ispirato al celebre racconto “Il Piccolo Principe” in occasione degli ottant’anni della sua pubblicazione. Realizzato da centinaia di residenti, artisti e visitatori, il murale è composto da 5.994 tasselli colorati a mano. Nelle edizioni precedenti sono state realizzate due altre opere collettive: nel 2022 la trascrizione integrale delle Avventure di Pinocchio di Collodi su un muro di 50 metri da parte di mille volontari; nel 2023 un murale dedicato a Gianni Rodari con le poesie selezionate dal concorso “Semi DiVersi”, che ha visto la partecipazione di 256 poeti da tutta Italia. L’iniziativa è stata anche oggetto di studio del corso di laurea e del Master di II livello in Design di Prodotto presso la Raffles Milano Istituto Moda e Design, con l’intento di sviluppare progetti per le aziende locali e il paesaggio urbano.
Contatti e informazioni per conoscere le location delle opere e le biografie dei singoli artisti: www.thewalla.it; Facebook: www.facebook.com/thewalla.bocaverta; Instagram: www.instagram.com/the.walla.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – DULK
Antonio Segura Donat è un artista spagnolo, noto come Dulk a cui piace creare personaggi e storie basati sui propri sogni e sugli eventi quotidiani, mescolando realtà e finzione, con un tocco di surrealismo pop. Dulk è una delle figure di spicco del panorama dell’illustrazione spagnola. I suoi mondi naturalistici ci mostrano un paesaggio tematico tragicomico e surreale ricco di dettagli, a volte reali e a volte immaginari ma sempre invitanti a immergersi in essi. Le sue composizioni ricreano ambienti biologici coinvolti in concetti antagonisti. Con una tavolozza cromatica tenue, Dulk crea uno scenario narrativo onirico ricco di personaggi, che alla prima visione trasmette bellezza e calma ma che ci porterà ad un significato più profondo nelle osservazioni successive. L’evoluzione artistica dell’opera si proietta oltre la perfezione della tecnica e dei dettagli che invitano a perdersi o degli spazi in cui lasciarsi trasportare. Lo studio ha portato ad un successivo inserimento in un linguaggio plastico, conferendo alle creazioni quell’autonomia che consente allo spettatore di essere libero nel dialogo con l’opera e di condividere con essa un racconto aperto.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – PICHIAVO
I PichiAvo sono due street artist di Valencia apprezzati e conosciuti in tutto il mondo per il loro stile inconfondibile in cui i graffiti incontrano l’arte classica. I PichiAvo, artisti nati a Valencia rispettivamente nel 1977 Pichi e nel 1985 Avo, si sono conosciuti nel 2007 sulla scena dei graffiti della città spagnola e da quel momento hanno dato vita a un sodalizio artistico che dura ancora oggi. Entrambi hanno studiato Belle Arti e Design e, fin da giovani, si sono formati artisticamente frequentando il panorama urbano valenciano. I PichiAvo condividono l’idea di privilegiare l’opera d’arte, che sia essa un murales o un lavoro creato in studio, evitando, di conseguenza, l’individualismo artistico. I due artisti urbani spagnoli hanno scelto Valencia come fulcro vitale delle loro creazioni, seguendo il desiderio di non perdere le proprie radici e rimanere a stretto contatto con la propria città. In più di un’occasione Pichi e Avo hanno affermato quanto sia di ispirazione per la loro creatività l’atmosfera che quotidianamente si respira a Valencia, in particolare durante il periodo di Las Fallas (feste tradizionali che si svolgono ogni anno da fine febbraio a metà marzo). Proprio in occasione di Las Fallas del 2019, i due artisti hanno lavorato per un anno alla progettazione e alla realizzazione del monumento “Procés Creatiu”, una statua monumentale alta più di 26 metri che è stata installata nella Plaza del Ayuntamiento di Valencia e dopo tre giorni, come da tradizione, è stato incenerita. Nelle loro opere PichiAvo sono soliti fondere in maniera armonica due movimenti artistici estremamente diversi, l’arte classica e quella urbana: la prima collocata nei luoghi istituzionali, la seconda invece generalmente identificata con la cultura underground.
Questa unione dà vita a un’arte che gli artisti stessi definiscono Mitologia Urbana. Attraverso soggetti appartenenti alla mitologia greco-romana, PichiAvo vogliono trasmettere allo spettatore un senso di comunità e unione al di là della propria cultura di appartenenza. Le opere dei PichiAvo, oltre a denotare una straordinaria abilità tecnica, sono caratterizzate da una palette cromatica esplosiva e sgargiante. Gli street artist PichiAvo inizialmente distendono diversi strati di vernice colorata sulla superficie prescelta, dopodiché inseriscono i riferimenti al writing e all’universo dei graffiti ed, infine, raffigurano una rappresentazione iperrealistica e scultorea del personaggio mitologico scelto. Nella fase conclusiva aggiungono dei livelli di pittura più leggera al fine di dare un effetto di trasparenza ai protagonisti dei loro lavori. Negli ultimi anni l’arte dei PichiAvo ha conosciuto una naturale evoluzione verso la scultura e le opere 3D che li ha portati a sperimentare con il cartongesso, uno dei materiali più affini a quelli con cui si confrontano durante la produzione nello spazio urbano. Attualmente riconosciuti internazionalmente e acclamati dalla critica, i PichiAvo hanno esordito a livello internazionale nel 2015 con la realizzazione del primo grande murale al North West Walls Festival in Belgio. Durante la loro quindicennale carriera i PichiAvo hanno esposto le loro opere in numerose gallerie di tutto il mondo e risale al 2019 la loro prima mostra museale EVREKA presso il CCCC (Centro del Carmen de Cultura Contemporánea). I loro murales si possono trovare in oltre 20 Paesi, dagli Stati Uniti all’Europa,dall’Australia alla Polinesia e dall’America del Sud al Canada. Gli artisti PichiAvo non si limitano a dipingere i muri nelle grandi metropoli, ma spesso intervengono anche nei piccoli centri urbani, per fare in modo che la Street Art e il loro messaggio arrivino ovunque. Un esempio è Montecosaro, paesino delle Marche in Italia, dove il duo artistico spagnolo ha realizzato un enorme muro dedicato a Cupido.
La magia dell’immaginazione – testo del critico d’arte Antonella Alban sull’opera di Alicè
Alicè, tag di Alice Pasquini, ha firmato la sua presenza sui muri della scuola dell’infanzia, dando origine ad una gioiosa e luminosa narrazione, in collaborazione con i bambini. I muri, in questo caso, rappresentano condivisione, ossia partecipazione della comunità al progetto; un’unione di intenti e di apporti personali che conducono al risultato finale: pareti accoglienti che raccontano momenti di vita. È una dimensione nuova, sospesa tra realtà ed immaginazione, tra memoria e gioco, nella quale i bambini sono i soli protagonisti. Ed è proprio in quest’ottica di partecipazione che i bimbi hanno interagito direttamente con Alicè, collettivizzando la libertà immaginativa e sottolineando quel principio identitario di comunità che sta alla base dell’intero progetto di rigenerazione urbana promosso da The Wallà. Adattandosi pertanto al contesto, l’artista ha realizzato un lavoro che incentra il suo focus sui piccoli: bambini che si abbracciano, un bambino che guarda verso l’alto e osserva una pioggia di origami di carta, una bambina che si dondola su un’altalena, sospesa tra cielo e terra. Insomma, raffigurazioni che simbolicamente vogliono rappresentare occasioni felici e spensierate, valori sostanziali dell’esistenza, quali l’amicizia, la creatività, l’immaginazione. Come l’artista stessa ha dichiarato:” gli origami non sono solo giochi di carta: rappresentano la creatività che prende forma, il pensiero leggero dei bambini che si solleva, la possibilità di trasformare un foglio bianco in qualcosa di magico. Sono sogni condivisi, idee che si piegano e si aprono, come le prime parole, come i primi gesti di amicizia. La scuola dell’infanzia è proprio questo: uno dei primi luoghi in cui la fantasia prende forma e forse uno degli strumenti più importanti per crescere”.
Il paesaggio colorato, senza specifici riferimenti reali, fa da sfondo a momenti emozionanti e gioiosi, pregni di fantasia e di aspetti ludici, amplificati dallo stile rapido e volutamente schizzato per conferire valore alla libertà immaginativa ed espressiva. Alicè utilizza spray, pennelli, rulli, senza preoccuparsi della superficie chiaramente disconnessa, il muro è soltanto il punto di partenza per sviluppare emozioni, sensazioni vibranti e coinvolgenti veicolate dall’utilizzo del giallo, simbolo di luce, di solarità, di calore. E’ sorprendente come si rimanga disarmati di fronte a tanta spontaneità ed è la stessa indipendenza fantasiosa e creativa che posseggono i bambini, curiosi e stupefatti nei confronti dell’esistenza. La magia delle cose semplici, delle emozioni e dei sentimenti si traduce in luce e colori risonanti, in sfumature e sgocciolamenti, gesti ludici e istintivi che ci riportano ad una realtà fatta di relazioni e di gesti quotidiani ricchi di significato. Una miscela quindi di fantasia e di realtà ben combinata, che trasuda ottimismo e speranza, crea e veicola messaggi senza mediazioni; visivamente coinvolgente, entra in modo prepotente nel contesto, se ne appropria e, come per magia, lo trasforma in un luogo dove la bellezza prende il sopravvento, il tempo sembra sospeso e resta solo l’immaginazione.
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Mauro Pigozzo
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