Come in un romanzo d’autore, il tempo ha restituito un’evidenza strato dopo strato, pigmento su pigmento: sul retro di alcune tele di Mattia Moreni, affiora oggi, nitida, la firma di Velda Ponti. A scoprire questa straordinaria realtà è stata Edit Italia, attuale titolare esclusiva dei diritti sull’opera di Velda Ponti e dell’Archivio Velda Ponti, nel corso di un’attenta attività di ricerca e catalogazione.
Analizzando con rigore scientifico e passione filologica i fondi pittorici, l’équipe ha documentato una coincidenza non trascurabile: in alcune opere, le scritture sul retro – spesso poetiche, sempre manoscritte – recano titoli, date e una doppia firma. Quella di Moreni, certo, ma anche quella di Velda, apposta con pigmenti neri di diversa composizione, la cui differente rifrazione della luce – proprio come accade nella stampa – ha permesso al tempo di renderla visibile.
Questa scoperta potrebbe contribuire a ripensare la narrazione consueta del rapporto tra i due artisti. Si sapeva della loro intesa intellettuale e artistica, della lunga frequentazione e della fase di collaborazione diretta tra il 1983 e il 1985 a Brisighella. Ma ora emerge con forza una prospettiva nuova: quella di opere congiunte, realizzate a quattro mani, con tecniche e simbologie condivise, in un rapporto creativo simile a quello delle botteghe rinascimentali.
A confermare questa ipotesi non sono solo le firme. Le analogie nei cicli pittorici, l’uso della materia, il rigore gestuale e perfino il confezionamento dei quadri mostrano una coerenza che va oltre l’influenza o l’omaggio. A suggellare questa dimensione condivisa è una testimonianza affettuosa apparsa in un necrologio: la figlia di Moreni, dopo la morte di Velda, auspicava per loro di fare “dei bei quadri insieme senza litigare”, segno di un legame profondo, che nemmeno un presunto dissidio legale – risolto in forma privata da un avvocato faentino – era riuscito a spezzare del tutto. È il nero, paradossalmente, il colore che fornisce un’ulteriore luce: pigmenti differenti che rivelano, una metafora perfetta per questa scoperta.
Il mondo dell’arte è ora chiamato ad una riflessione. Le attribuzioni, le valutazioni, persino nel caso la lettura critica dell’opera di entrambi dovranno confrontarsi con questo nuovo scenario. Velda Ponti, figura schiva e potente, non è solo allieva o compagna di strada di Mattia Moreni: potrebbe essere coautrice di una parte importante di quella stagione artistica. Le loro tele sono testimoni silenziose di un sodalizio artistico che il tempo, con elegante ostinazione, ha deciso di far riaffiorare. Anche l’analogia di cicli pittorici molto diversi ma collegati è un altro segno di contiguità fra i due artisti. I cicli di Velda: I Carciofi; Uccelli e Paesaggi; Carcasse; Paesaggi; Ritratti; Farfalle e dei Mangiatori di farfalle; Ricordi; L’identità dimenticata; Parole e segni; Alfabeti; Eroi di carta, Eroi di pietra; Contaminazioni; Forse sono labbra; Ciclo delle Coperte; Angeli, Fiori per una bandiera, Meglio le bambole; Esseri senza nome.
La notizia viene lanciata in anteprima da un periodico storico della Romagna e poi divulgata a livello nazionale e internazionale. Un passo decisivo per restituire piena dignità a una vicenda artistica che, come molte vicende, era scritta – letteralmente – sul retro della tela, e che da oggi potrebbe imporre in casi specifici di indicare entrambe le firme: Mattia Moreni & Velda Ponti in ogni pubblico contesto. In ultimo, e non per importanza, da non dimenticare che il riconoscimento attribuito all’opera di Velda Ponti da parte di eminenti figure della critica e della cultura artistica italiana rappresenta un elemento qualificante della sua eredità. Tra i nomi che ne hanno accompagnato il percorso si annoverano Claudio Cerritelli, Marcello Venturoli, Nicola Micieli, Mariano Arpa, Alberto Fiz, Enzo Dall’Ara, Marilena Pasquali, Elena Pontiggia, Pietro Bellasi e Diego Galizzi. A questi si affianca Alberta Fabbri, dirigente museale di comprovata esperienza. Il contributo di tali studiosi e operatori istituzionali conferma il rilievo culturale di Velda Ponti, la cui figura resta pienamente inscritta nel panorama storico-artistico nazionale.
Articolo di Carlo Serafini (Edit Italia), autore dello studio qui presentato: amico caro di Velda, comunicatore ed editore, collezionista specializzato, vanta competenze distintive nel settore delle arti grafiche e decorative del XIX e XX secolo. È perito di settore oltre che socio di prestigiose istituzioni internazionali legate al settore collezionistico.
Alcuni materiali per approfondimenti:
https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/search.do?type=&group=GROUP0&customquery=*%3A*+-TYPE%3An+-TYPE%3Aeca+-TYPE%3Abib+-TYPE%3Aaut&value%28ANY%29=VELDA+PONTI
http://www.premiosuzzara.it/opere-autori/ponti-velda,377.html
https://www.ilvicolo.com/arte/cataloghi/ponti/ponti-schedabio2.htm
https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/MN120-00296/
https://www.ravenna24ore.it/notizie/cronaca/2020/12/22/mondo-dellarte-in-lutto-per-la-morte-di-velda-ponti-grande-pittrice-brisighellese/
https://www.museocivicobagnacavallo.it/tag/velda-ponti/
