Non si accontenta di essere il “cantore di Erto”, lo “sciamano delle montagne”, il “profeta laico” della libertà assoluta, ma, con la caparbietà coriacea del suo gemello arboreo, il carpino, disvela le pieghe più crude e dolorose della propria personalità. Con “Aspro e dolce” (Mondadori editore, 16.50), diario di “bordo montano” a ritroso, ci regala un’autobiografia corposa, un viaggio dentro se stesso, senza finzioni edulcorate o sconti personali.
Il viaggio incisivo è quello di Mauro Corona, scrittore e poeta, alpinista e scultore, artista eclettico, che deve all’antica Erto, l’amato borgo natio e, alle selvagge Dolomiti dell’Oltrepiave, l’impronta dura e netta di un temperamento scabro e splendido, proprio come la sua terra. E deve anche il timbro di una vita indomita, la sua, spesa sempre ai massimi livelli, nelle cadute e nelle risalite. Come ben recita il titolo dell’opera, fortemente evocativo, la vita di Corona, raccontata con il suo stile inconfondibile, secco e sferzante, s’intreccia, lungo le 397 pagine del romanzo, alle mille asprezze e dolcezze dell’esperienza quotidiana. Soccombendo, ahinoi, di fronte al nemico più forte e pericoloso di qualsiasi sciagura, umana o naturale che sia: il vino, la tara dell’alcolismo, che tiranneggia la dignità e la volontà di ogni uomo. Con la franchezza che lo contraddistingue, Corona non nasconde nulla degli abissi, a cui il “demone” del vino lo consegna; ma nemmeno si compiace di essere sopravvissuto, di “avercela fatta”. Perché tropi nodi di dolore, ancora insoluti, rimangono a lambire, come lamine acuminate, la sua coscienza. Toccanti e commoventi, pur nella loro feroce verità , le parole scelte dall’autore, nei capitoli “Vite dissipate” e “Prigionieri dell’alcol”, per mettere in guardia, chiunque cada preda delle chimere di questo “padre benigno e traditore”, che occhieggia serafico dal fondo di ogni bicchiere, l’ennesimo. A quasi 57 anni (li compirà il prossimo 9 agosto), scampato all’immane disgrazia del Vajont, Corona scrive di sè e della sua personale “lotta” contro il demone con lucidità esemplare: “…Il vino buca l’uomo piano piano, come la goccia di ogni dì fora la pietra…Più volte ho sfiorato il dramma, ho visto in faccia lo spettro della dipendenza, ma ho avuto la forza di controllarla…Ma soprattutto la mano pietosa del Signore ha fatto sì che non precipitassi nel pozzo”. Nonostante il carattere più intimista rispetto alle opere precedenti, “Aspro e dolce” rimane un libro efficace e preciso come tutta la prosa di Corona, scrittore fecondo oltre che avido lettore. Una narrazione indimenticabile, che consacra il principio-chiave di ogni battaglia esistenziale: è durante la sfida con noi stessi, nel quotidiano, a tu per tu con le nostre vulnerabilità e, non all’arrivo, ovvero quando si corre e non quando si taglia il traguardo, nel mare aperto dell’ignoto e non nel porto sicuro delle false certezze, che si ritrova il timone più saldo di noi stessi. Anche Mauro è naufragato, è sceso all’inferno, ma poi è risalito, con fermezza, “a riveder le stelle”, tra il fruscio delle foglie dei suoi adorati carpini. Una lettura che consiglio vivamente a quanti si danno per vinti, alla prima difficoltà : rammentate, non sempre il viaggio è senza ritorno. Mauro docet! A presto. Elena Pilato.
Vista la tua dettagliata ed interessante recensione, dovrò prenderlo per mano questo libro. Complimenti per l’ottimo lavoro! By Beppe
Ciao Elena
ho letto il libro di cui parli. Ti dirò…di Mauro ne ho letti un bel po’…diciamo che sono andati deludendomi…nel senso che sono più o meno sempre uguali. Poi ho anche assistito ad una sua serata…non so…pensavo meglio…insomma pareva un ubriacone e la gente applaudiva.. sinceramente non ho capito il perchè…insomma…non mi piace tanto…ti consiglio un libro invece, se non l’hai letto… si tratta di NOVECENTO di Baricco….Ciao ciao. Marzio
Mauro è un super iper personaggio!!! Consiglio a tutti di andare ad incontrarlo ad Erto…E’ un guro…un saggio…e io adoro come scrive… consiglio l’ombra del bastone… ciao ciao…Loredana.
Io ho già letto un libro di Mauro Corona “Le voci del bosco” e mi sto dedicando in questo periodo a “Nel legno e nella pietra”. Il primo l’ho trovato molto interessante, il secondo si sta rivelando a tratti umoristico e a tratti rivela racconti drammatici, ma ogni storia ha una sua morale. Ho avuto il piacere di conoscere l’autore e ad avere una dedica personalizza per il mio onomastico con un disegno praticato con la tecnica del vino rosso…Nei 5 minuti che mi ha dedicato, mi sono trovato davanti una persona molto saggia e colta…uno sguardo e poche parole! A Mauro Corona non gli si deve mai chiedere nulla, se entri subito in sintonia con lui, sono sicuro che potrebbe donarti anche il cuore! Stiamo parlando del Carpino di Erto, uno che non ha avuto una vita facile per molti motivi, ma questo per i critici non conta…dai creativi si pretende sempre!!!