L’Ecuador che non ti aspetti nello spirito narrativo di Vittorino Mason.

La via dei vulcani

“Vai, percorri questa via. Sopra e sotto i vulcani scoprirai le mille sfaccettature dell’uomo, dissolversi come fumo al vento”. Una frase-chiave, ricca di eloquenza vera senza retorica, che condensa in sé il cuore tematico, il senso più profondo dell’opera “La via dei vulcani. Dall’Amazzonia alle Ande, alla conquista del fuoco” (124 pp., casa editrice Nordpress, costo 15.00 €). Si tratta della settimana produzione narrativa di Vittorino Mason, 45 anni, scrittore già avezzo a prove letterarie di notevole spessore, di origine patavina ma ormai castellano di adozione, da sempre “in prima linea” nell’amore e nella tutela della montagna quale eccellente alpinista, nella promozione di progetti di solidarietà sociale internazionale nelle zone di maggiore povertà, nonché fervido appassionato della natura e dei viaggi.

Al centro di questo gradevole romanzo, la descrizione di un viaggio-spedizione in Ecuador, sorretto da un duplice intento: la voglia di scalare alcuni dei vulcani attivi più alti del mondo; ma anche l’impulso a scoprire, a conoscere la foresta Amazzonica. L’affiatato gruppo di amici-alpinisti lascia l’Italia alla volta di Quito, più precisamente della missione condotta dal Padre Marianista, Giovanni Onore, che introdurrà il gruppo ai costumi, alle abitudini, alle tradizioni del popolo indigeno. Un’avventura ricca d’incognite e di sfide li attende, fuori e dentro sé stessi. Al di fuori, immersi in una natura affascinate ma inaccessibile, conosceranno il multiforme volto dell’Ecuador, tra le avversità dei vulcani, il folclore dei mercati andini, le meraviglie della foresta, i campesinos, le antiche rovine di civiltà passate. Dentro sé stessi, sperimenteranno l’ardua impresa della convivenza civile, di fare gruppo, di coesistere con tante idee diverse, misurandosi con gli stati d’animo più variegati, dal pianto allo smarrimento, dalla paura alla gioia, dalla rabbia al senso amaro della sconfitta.

Un viaggio di conoscenza e di coscienza, dunque, che svelerà realtà ambientali lontane ma anche identità umane vicine, sepolte nelle interiorità di ciascuno, sotto un’occidentale mancanza di coraggio, che ritroveranno l’impronta della loro originaria autenticità. Alla fine, il fuoco spento, che ribolle dentro i titanici vulcani di seimila metri, eretti nelle lande ecuadorene, diventa metafora emblematica dell’Uomo comune di tutto il mondo, piccolo-grande eroe del suo quotidiano, dove, ogni giorno, senza scalare montagne, ma attraverso una fatica immane e silenziosa, raggiunge alte vette morali, rimanendo pur sempre in basso. La pregevole opera narrativa di Mason, oltre a figurare nella sezione Montagna-libri del Festival della Montagna di Trento, poggia su un encomiabile ed esemplare obiettivo: quello di offrire un aiuto concreto ai popoli dell’Amazzonia, finanziando e sostendendo la preziosa opera svolta da Padre Onore in quei paesi, ovvero battersi per acquistare territori deforestati, per riforestarli e preservarli come bene dell’umanità intera. Un libro che formerà o risveglierà le nostre coscienze ecologiche e civili, intorpidite per troppo tempo dagli agi, dagl’interessi e dalle pessime abitudini della cosiddetta civiltà industrializzata. Lieta lettura! Elena.

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