Nel Felettano, a Santa Maria di Feletto, nella cucina visionaria di Lia De Martin (TV)

Da quasi sessant’anni una piccola Atene pulsa d’idee e iniziative nel cuore del Felettano. E continua a distanza, vista la temperie pandemica, a credere nella “virtute e canoscenza” della nostra “semenza”, per citare padre Dante. Un salotto culturale, privo di fronzoli e ricco di contenuti. Animato dai maggiori esponenti del Novecento italiano. Una cucina conviviale, che, nel solco della tradizione rivisitata con estro dalla padrona di casa, ha deliziato i palati di personaggi illustri.

Tra i quali un Papa, l’allora Patriarca Angelo Roncalli, due candidati al premio Nobel, i poeti Andrea Zanzotto e Mario Luzi e un premio Oscar, Federico Fellini. Tutto questo e molto di più, per la loro spiccata umanità, è il Clan Verdurin di Santa Maria di Feletto, al secolo i coniugi Flaminio e Lia De Martin, due ottuagenari speciali, ospiti dall’affabilità autentica, pieni di vitalità e di passione per cultura, arte, bellezza e poesia. Da declinare, sempre, nel dialogo e nell’accoglienza.

Alla luce della fede cristiana, che disegna e ispira il loro cammino di coppia e famiglia da molte decadi. Ribattezzati “Clan Verdurin”, in senso proustiano, da un figlio del poeta Andrea Zanzotto, Lia e Flamino sono i protagonisti di una recente pubblicazione, omaggio al loro “convivium” e cenacolo felettano, “Corporis animique. Le ricette di una visionaria”, a metà tra il memoir e il ricettario, tra un piccolo album fotografico e un originale excursus di sapori, con prefazione del filosofo Massimo Donà, dato alle stampe nel dicembre 2020, per la collana “Gea. Sapere, terra, cibo”.

La visionaria è Lia De Martin, appassionata di poesia e di pittura, a lei si deve la diffusione nell’Alta Marca del gusto e dello stile delle principali Avanguardie italiane e veneziane, da Virgilio Guidi a Piero Dorazio. Mani d’oro e cuore volitivo anche in cucina, capace di ricreare un piatto, una ricetta, una preparazione, “a immagine e somiglianza”, nella struttura e nei sapori, delle innumerevoli personalità e professionalità sedute al suo desco.

La magia di un verso lirico o di un passo in prosa dentro un risotto; l’incanto di un quadro nella soffice fragranza di un dolce; il rigore di un ciak e di un’inquadratura dentro la robustezza di una salsiccia o dentro la sapidità di sarde e di aringhe; lo spirito d’avventura e di scoperta dentro la genuinità dei cereali antichi e delle verdure “povere”. Tutto scandito dall’alternanza delle stagioni e dall’eterogenea umanità, di parola e di talento, che ha varcato la soglia della casa di Via Pianaie.

All’inizio, nel 1962, furono alcuni medici trevigiani, che amavano dissertare di vita e varie amenità, all’ombra dei secolari alberi del giardino o sul lungo tavolo del tinello/atelier artistico, sulle cui pareti campeggiano disegni, tele e dipinti, poesie, epigrammi, quali testimonianze di uomini, passaggi, visite, amicizie, sincere e grate. Poi, negli anni, il mondo fertile e coinvolgente della cultura, della teologia, del cinema, dell’arte, dello spettacolo: il mondo del genio italico.

Tra tutti Flaminio De Martin rammenta con vivida emozione “il carisma e l’autorevolezza bonaria di papa Giovanni XXIII e la vasta conoscenza geografica di Giuseppe Mazzotti, che sostava, spesso, presso la nostra casa, quando era sede anche di un negozio di alimentari e di una pompa di benzina”. Senza dimenticare la religiosità e la serietà di Alberto Sordi, la solidità di Mario Soldati, la profondità di Carlo Bo, lo spirito cristiano di Mario Luzi, le bizzarrie di Federico Fellini, la simpatia di Lina Wertmüller, la dolcezza di Stefania e Amanda Sandrelli.

Ma non solo incontri, anche progetti promossi negli anni: il concorso poetico “Versi di Dio”; esibizioni artistiche; le etichette dei Vini della Pace e la riscoperta del Marzemino passito; mostre en plein air nel giardino domestico o nella canonica della Pieve di San Pietro di Feletto, ispirate a messaggi di fratellanza. E non ultimo lo sguardo rivolto al presente, a questo nuovo Millennio, perché la cultura unisca passato e futuro, giovani e meno giovani. Come conferma la preziosa amicizia nata tra il Clan Verdurin e gli studenti universitari del gruppo “Sophia”.

“Corporis animique. Le ricette di una visionaria”; autrice Lia De Martin; prologo di Toni Toniato; fotografie di Massimo Donà; pagine 157, casa editrice InSchibboleth Edizioni; costo 16,00 euro. Buona lettura! Vostra Elena P.

Elena Pilato

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