Incontri collaterali alla mostra Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki

La Fondazione Benetton Studi Ricerche propone due nuovi appuntamenti del ciclo Dialoghi attorno a Ca’ Scarpa in occasione della mostra fotografica Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese, a cura di J.K. Mauro Pierconti, aperta fino a domenica 16 luglio a Ca’ Scarpa di Treviso.

Gli incontri saranno dedicati all’architetto Carlo Scarpa (1906-1978) e a due delle sue opere più note.

Martedì 13 giugno alle ore 18 è in programma, a Ca’ Scarpa, una conferenza di Matteo Iannello, storico dell’architettura, su La presenza del passato. Carlo Scarpa a Palazzo Abatellis. Carlo Scarpa ha frequentato la Sicilia in due periodi: dal 1952 al 1956 e poi dal 1972 al 1978, lasciando tracce di sé in quattro delle maggiori città: Messina, Taormina, Catania e Palermo. Un’esperienza ricca, anche per la varietà dei progetti, e che Scarpa affrontò con entusiasmo e la tipica vicinanza agli artigiani con cui collaborò.

L’intervento di Matteo Iannello si concentrerà sul maggiore dei lavori, portato a termine nei primi anni ’50 grazie anche alla lungimiranza di chi lo chiamò in Sicilia. Si tratta del restauro di Palazzo Abatellis a Palermo, edificio fortemente danneggiato nel corso della Seconda guerra mondiale e quindi trasformato in Galleria Nazionale. Fu proprio l’intervento scarpiano a dare forma al nuovo spazio museale.

Costruito tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, Palazzo Abatellis è uno degli edifici monumentali del centro cittadino, memore delle molte influenze che la cultura e l’architettura siciliana hanno ricevuto nel corso dei secoli. L’attenzione verso l’edificio originario e le opere contenute rappresenterà il filo conduttore dell’intervento in programma.

Matteo Iannello insegna all’Università di Udine e ha dedicato diversi contributi all’opera di Carlo Scarpa, in particolare in terra siciliana, dando conto di alcuni progetti poco conosciuti o addirittura inediti, come quello per l’Ufficio dell’Ente Turismo di Taormina, del 1953. Importante è poi il suo contributo alla conoscenza dell’intero lavoro di Scarpa per Palazzo Abatellis, che ha ricostruito in tutte le sue fasi.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
Iscrizione obbligatoria su Eventbrite.

Venerdì 16 giugno la Fondazione Benetton porterà il suo contributo al programma scarpiano 2023, organizzato da Università Cà Foscari Venezia, Università Iuav di Venezia, Fondazione Querini Onlus e FAI-Negozio Olivetti, con la proposta di due appuntamenti a cura di J.K. Mauro Pierconti: alle ore 15, una conferenza sulla Tomba Brion, nell’auditorium di palazzo Bomben di Treviso, e, a seguire, la visita guidata all’esposizione Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese.

La conferenza cercherà, con l’aiuto dei disegni realizzati dallo stesso Carlo Scarpa, di approfondire alcuni dei temi che popolano il progetto per Brion, in particolare quello dell’acqua e del suono. Proprio l’analisi dei disegni permetterà di comprendere la profondità e la varietà delle soluzioni pensate dall’architetto, anche se non tutte realizzate, come la vasca che Scarpa avrebbe voluto collocare alla base della tomba dei coniugi o i vari ragionamenti attorno al bacino che accoglie il padiglioncino, oppure ancora all’elemento d’ingresso allo stesso padiglioncino. Attraverso lo strumento del disegno sarà quindi possibile immergersi nell’esperienza progettuale di Carlo Scarpa e nella sua ricerca infinita.

A seguire, la visita alla mostra, basata sulla fotografia, fornirà l’opportunità di verificare quanto sia stato effettivamente realizzato rispetto alla elaborazione grafica immaginata da Carlo Scarpa, oltre che di apprezzare le molte suggestioni che provengono dal lavoro fotografico di Sekiya Masaaki.
Ingresso libero.

L’esposizione Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese mette al centro l’opera di Carlo Scarpa colta e interpretata da Sekiya Masaaki, ma anche l’architettura stessa come compresa all’interno del mondo di immagini del fotografo giapponese.

La carriera professionale di Sekiya ha conosciuto infatti varie fasi, tutte incentrate sulla fotografia: da fotografo di architettura a consulente per la progettazione architettonica, fino a diventare promotore di fotografi di talento non ancora conosciuti e quindi bisognosi di sostegno e pubblicità. E l’esposizione dà conto anche di questi aspetti della sua attività.

La mostra raccoglie 85 fotografie, 54 a colori e 31 in bianco e nero, e si articola in quattro sezioni, distribuite nei vari piani di Ca’ Scarpa, spazio recentemente restaurato dall’architetto Tobia Scarpa a partire da una chiesa monastica che sorgeva proprio nel cuore della città di Treviso.

La prima sezione, al piano terra, raccoglie grandi immagini che rappresentano l’attività di Sekiya Masaaki come promotore di fotografi di talento. È il caso di Hattori Aiko, fotografa di strada, che ha realizzato una serie di reportage sulla vita di T?ky? negli anni ottanta. Due i temi trattati dalla fotografa: il mondo giovanile, ritratto nelle sue espressioni ed esuberanze, e quello del lavoro, serio e rigoroso. Due realtà spesso considerate agli antipodi, ma ugualmente portatrici di energia, vitalità e solidarietà. E il teatro di molte loro avventure è, appunto, la strada. Si tratta di immagini ancora inedite, ritrovate nell’archivio di Sekiya, forti dell’immediatezza e della vivacità di questo tipo di fotografie: i grandi pannelli in mostra hanno un impatto immediato, catturando lo sguardo e segnando al tempo stesso il percorso dell’esposizione che si muove ondivago tra le strutture espositive, portando a scoprire, nel retro di quelle grandi stampe, le fotografie nel loro formato originale: un doppio timbro, dunque; e un doppio percorso. Lo spettatore è portato così a immergersi in quelle immagini, dove ognuna racconta una storia, rappresenta delle vite, e senza necessità di parole o testi.
La grande scala funge da elemento di stacco e di separazione tra sezioni diverse e successive.
Al primo piano trovano spazio la seconda e la terza sezione della mostra, dedicate all’attività di Sekiya come fotografo d’architettura.

Nella seconda sezione è allestita una selezione di scatti del suo primo lavoro fotografico, quello sulle rovine di Angkor Wat in Cambogia, realizzato quando era ancora uno studente universitario. Le fotografie sono quasi tutte in bianco e nero. La ricerca è volta a scavare in quelle rovine consumate dal tempo e divorate dalla foresta: resti di un mondo perduto che, attraverso il nostro sguardo, ritornano potentemente alla vita.

La terza sezione è invece dedicata al lavoro più completo e importante dell’intera carriera di Sekiya in quest’ambito: l’opera monografica su Otto Wagner a Vienna, pubblicata nel 1998. La qualità del lavoro, la chiarezza tecnica (esposizione, contrasto, fuoco), la volontà e la finezza intellettuale espresse attraverso il taglio delle inquadrature emergono nella successione di scatti, dalla scelta dei dettagli, realizzati usando addirittura gru in tempi nei quali non esistevano i droni. In questo modo, Sekiya ci offre delle visuali dei grandi edifici di Wagner, come le residenze sulla Linke Weinzeile o una veduta aerea della chiesa di S. Leopoldo “am Steinhof”, del tutto sorprendenti.

Gli ultimi due piani, in cui si snoda la quarta sezione dell’esposizione, sono invece dedicati all’opera di Carlo Scarpa, il lavoro che ha impegnato Sekiya fino alla morte, avvenuta nel 2002, quindi incompiuto e frammentario. Infatti, Sekiya non riesce a riprendere l’intera opera dell’architetto veneziano. Eppure, nel suo archivio ci sono alcune migliaia di lastre fotografiche, ben più di mille per la sola Tomba Brion, ripresa in successive campagne.
Le migliaia di fotografie rivelano dunque una volta di più il suo modo di operare, fatto di campagne di ripresa, seguite da un lungo lavoro di correzione e di selezione, e quindi da nuove riprese e nuove correzioni: un processo di continuo raffinamento e di progressiva selezione che, se da un lato cerca di catturare e trattenere il mutare del tempo e delle stagioni, dall’altro si sforza di definire con precisione i parametri di esposizione e il taglio dell’inquadratura. Queste fotografie offrono l’opportunità di ragionare una volta di più sull’opera di Carlo Scarpa e, allo stesso tempo, l’esposizione si propone di mostrare al visitatore una selezione – la più ampia possibile – degli scatti di Sekiya, in parte anche proiettati nell’ultimo piano di Ca’ Scarpa.

L’incompletezza, infatti, nulla toglie all’interesse e allo stimolo che queste fotografie suscitano di guardare con occhi rinnovati la ricchezza dell’opera architettonica, così come attesta il volume connesso all’esposizione: Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese / Traces of architecture in the world of a Japanese photographer (Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga Edizioni).

La mostra è aperta fino a domenica 16 luglio 2023, venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19.
Ingresso libero.
Ca’ Scarpa, via Canova 11, Treviso.

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