Venite a conoscere la storia di uomini coraggiosi, che dimorano nel Museo degli Orsanti!

Il Museo situato nella chiesa sconsacrata di San Rocco, nell’antico Borgo di Compiano (PR) raccoglie testimonianze della vita degli Orsanti, uomini coraggiosi, artisti musicanti e ammaestratori di animali che portarono in giro per il mondo, nelle vie e nelle piazze e nei borghi, i propri spettacoli. L’immagine che si presenta al visitatore è sorprendente, quasi onirica: grandi orsi di cartapesta, insoliti strumenti musicali, costumi di scena, stampe d’epoca, dipinti, documenti e oggetti di vita quotidiana narrano la storia di uomini, partiti da Compiano, presumibilmente già nel XVIII secolo, che hanno vissuto una vita avventurosa errando per terre lontane.

Gli Orsanti non sono un’invenzione narrativa. L’emigrazione girovaga è un fenomeno realmente esistito nelle zone dell’Appennino parmense, e ha radici remote. Accattonaggio, commercio ambulante, lavori campestri e forestali, filatura, spettacoli di strada con animali – appunto di Orsanti e Scimmmiari – o con esibizioni musicali, furono alcune delle attività con cui gli abitanti delle zone appenniniche cercarono di affrontare, tra il Settecento e l’Ottocento, il difficile problema della sopravvivenza.

Le compagnie degli Orsanti, artisti musicanti, ammaestratori e incantatori di animali, attraversarono tutta l’Europa esibendosi nelle più grandi città, soprattutto in occasione delle fiere. Una volta giunti in un luogo sufficientemente esposto al transito di persone, allestivano il proprio palco per lo spettacolo. Fra tutti gli animali, scimmie, pappagalli o cammelli che le compagnie di Orsanti addestravano per le proprie esibizioni, il pezzo forte era l’orso, il cui peso poteva raggiungere i 350 chili e, una volta alzato sulle due zampe posteriori, i due metri d’altezza.

Lo si faceva ballare, girare, saltellare, ma il numero più atteso era la lotta fra il domatore e la fiera. La lotta era ovviamente una studiata pantomima, anche perché, una zampata del plantigrado sarebbe stata sufficiente a spezzare il collo del domatore. Il carattere imprevedibile dell’orso rendeva comunque pericoloso questo genere di esibizione.

Molto spesso il numero si concludeva con la fiera battuta, stesa a terra come se fosse morta, che se ne usciva dalla scena trascinata via fra gli applausi per poi riprendersi immediatamente appena sfuggita agli sguardi del pubblico.

Compiano prende il nome dal grande “campo piano” o “campo plano”, subentrato ad un lago preistorico, che ricopriva un tempo l’intera vallata del Taro. Borgo fortificato già dall’undicesimo secolo, posto sulla strada che collega l’Emilia alla Liguria, Compiano è un borgo castellano di impronta medievale fiorito intorno al baluardo difensivo dell’Alta Val Taro.

Teatro della più longeva signoria d’Italia, quella della Famiglia Landi, durata per più di 400 anni, dal 2002 è entrato a far parte del Club “Borghi più belli d’Italia”. Fra i vicoli lastricati in salita si affacciano palazzi nobiliari e case – torri. Protetto dalle mura fortificate del Castello, al cui destino è stato per secoli legato, appare come un luogo incantato la cui bellezza, consolidata nei secoli, trascende le nostre vite. Da visitare la chiesa di S. Giovanni Battista e la chiesa sconsacrata di San Rocco, sede del museo Gli Orsanti, unico al mondo nel suo genere.

Museo gli Orsanti, Ex Chiesa di S. Rocco: Via Marco Rossi Sidoli, 6 – 43053, Compiano, Parma
Tel. 0525.825513
Mobile 3207253446
E.mail alpimariateresa@libero.it

Aperture da Pasqua a fine Ottobre.
Maggio aperto solo di domenica.
Giugno aperto solo di domenica.
Luglio aperto tutti i giorni dalle 16 alle 19,
chiuso il lunedì.
Agosto aperto tutti i giorni dalle 16 alle 19 e dalle 21 alle 24,
chiuso il lunedì.
Settembre e Ottobre aperto solo la domenica.
Ingresso intero €4.00
gruppi (oltre le 15 persone) €3.00
I bambini fino a 10 anni non pagano.

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