Proiezione del film capolavoro di Jacques Tati, Mio zio a Treviso

Dopo il seminario sul paesaggista francese Pascal Cribier (1953-2015), una delle figure più significative nella scena europea contemporanea, Naturale inclinazione, il ciclo di incontri dedicati al pensare e al fare giardino nel mondo contemporaneo, organizzato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e curato da Simonetta Zanon, prosegue venerdì 14 settembre alle ore 21, nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, con la proiezione del film capolavoro di Jacques Tati, Mio zio/Mon oncle (Francia, 1958, 120’, versione restaurata nel 2016).

Le immagini del film, Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes nel 1958 e Oscar come miglior film straniero nel 1959, testimoniano i disastri che possono derivare, nella costruzione dei nostri paesaggi (e giardini), da un rapporto irrisolto con la storia. Se il celeberrimo tormentone della fontana da attivare solo per gli ospiti è il simbolo evidente di una modernità solo formale, uno status symbol vuoto di significati, lo zio Hulot rappresenta perfettamente il disagio esplicito di tutti quelli che non accettano la cancellazione della dimensione umana a favore di un mondo ordinato e artificiale, abitato da persone dai sentimenti altrettanto asettici. Il gelido ultramoderno della villa degli Arpel e della fabbrica risulta inevitabilmente sconfitto nel confronto con il mondo irregolare, colorato e vivace del quartiere popolare e della casa in cui vive lo zio, mediatore non solo fra generazioni ma anche tra questi due universi contrapposti. Attraverso le sue irresistibili gag, il racconto provocatorio e divertente di Tati propone una riflessione tutt’altro che leggera sul conflitto tra passato e presente e sulla necessità di mettere al centro, nella progettazione dei luoghi, le persone e il loro stare bene, in quanto individui o parte di una comunità.

Il progetto Naturale inclinazione si ispira, fin dalla sua prima edizione, svolta nel 2011, alla figura di Ippolito Pizzetti (1926-2007) e al suo instancabile impegno nella divulgazione della cultura e dell’arte del fare giardini, atto poetico ricco di significati anche sul piano etico e sociale. Il giardino che Pizzetti amava è un luogo accogliente, idealmente aperto anche in presenza di un recinto. È un luogo nel quale possiamo dare soddisfazione al nostro bisogno di natura, bellezza, armonia, misura e dove le tracce del passato possono dare forma alle istanze del presente, indirizzando la creatività del progettista e la cura del giardiniere.
Gli appuntamenti di questa edizione invitano, attraverso situazioni, racconti e linguaggi diversi, a una riflessione sul mondo del giardino basata, appunto, sul rapporto tra passato e presente, e sull’importanza del dialogo continuo tra memoria e creatività, nostalgia e innovazione.

Il ciclo si concluderà mercoledì 19 settembre alle ore 18 con l’appuntamento Il giardino di ieri, l’orto botanico di oggi. Il giardino della Minerva a Salerno, incontro pubblico sul restauro del giardino della Minerva, straordinaria esperienza a cavallo tra ricerca, progetto, sperimentazione e costruzione di un nuovo modello di giardino per la città.

Ingresso libero. Fondazione Benetton, via Cornarotta 7, Treviso. Per informazioni: T 0422 5121, www.fbsr.it

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