Chiusura in bellezza con la Petite messe solennelle di Gioachino Rossini per #MagrediMusica di Cordenons, realizzata dall’omonima associazione col sostegno di Comune di Cordenons e Fondazione Friuli, giovedì 29 novembre, ore 21, Duomo di S. Maria Maggiore, Cordenons.
La messa – affidata all’interpretazione del Gruppo Corale Gialuth e del Coro Polifonico S. Antonio Abate; solisti, Diana Mian soprano, Chiara Segato alto, Davide Zacchigna, tenore, Abramo Rosalen basso; ai pianoforti Ferdinando Mussutto e Matteo Andri; all’armonium Beppino Delle Vedove, con la direzione di Piero Monti – verrà eseguita anche martedì 27 novembre alle 21, nella Chiesa di San Francesco (Borgo Cappuccini), di Pordenone e mercoledì 28 novembre alle 21 nella Chiesa di S. Bartolomeo a Roveredo in Piano. La petite Messe Solenelle è l’unica messa scritta da Rossini, celebre per le sue opere buffe, come il Barbiere di Siviglia e capolavori come Guillaume Tell. Compose la Petite messe solennelle, in quattro parti con accompagnamento di due pianoforti e un armonium, durante una vacanza in campagna a Passy. “Dodici cantanti di tre sessi – uomini, donne e castrati – saranno sufficienti per la sua esecuzione, ovvero otto per il coro, quattro solisti per un totale di dodici cherubini. Oh Dio, perdonami questo paragone: dodici sono anche gli Apostoli nel celebrato affresco di Leonardo chiamato L’Ultima Cena, chi lo crederebbe! Fra i tuoi discepoli ce ne furono alcuni che presero delle note false: Signore, stai sicuro che non ci sarà alcun Giuda alla mia cena e che i miei canteranno intonati e con amore le tue preghiere e questa piccola composizione, che è – ahimé – il mio ultimo peccato di vecchiaia”. Così egli la descriveva.
Durando ben oltre un’ora, la Petite messe in realtà è tutt’altro che “piccola”. L’aggettivo è un gesto di modestia e si riferisce alla formazione strumentale e vocale. Fu scritta infatti per essere eseguita nella nuova residenza parigina della Contessa Louise Pillet-Will, dedicataria dell’opera. Alla prima rappresentazione, Rossini supervisionò le prove e girò le pagine al primo pianista, Georges Mathias, indicando il tempo di ogni movimento con cenni del capo.
Con i suoi toni drammatici, il pathos, i colori accesi e la sua intensità, la Messa è invece sicuramente “solenne” e vede riversate in ambito sacro tutte le incredibili capacità di uno straordinario compositore di teatro.
L’inizio del Kyrie è al contempo solenne e drammatico, laddove il Christe, emula lo stile polifonico rinascimentale in un perfetto doppio canone. Il Gloria è caratterizzato da uno stile magnificente ed estroverso, tra toni misteriosi, sereni, struggenti, soffusa malinconia, appassionate esplosioni, fughe avvincenti, raffinato lirismo. Un clima di travolgente esaltazione è calato in una costruzione architettonica ammirevole per proporzione e respiro, che si colloca al centro ideale di tutta la Messa.
Il Credo è ambiziosamente monumentale. Il conclusivo Agnus Dei è un momento di altissimo valore espressivo, oscillante tra la dolcezza triste e commossa e la drammaticità più cupa e intensa. Come afferma Bruno Cagli, la Petite Messe, a dispetto del parere dei contemporanei dei Rossini, è un’autentica composizione sacra. Composizione sacra di uno scettico e dunque di una sacralità spalancata sul futuro. Piero Monti ha lavorato col Teatro Comunale di Bologna, con il Teatro La Fenice di Venezia, col Maggio Musicale Fiorentino, con la London Philharmonic Orchestra , con la National Centre for the Performing Arts di Pechino colTeatro Massimo di Palermo, collaborando con artisti del calibro di Zubin Mehta, Ozawa, Bichkov, Hogwood, Maazel. Ha diretto numerosi concerti tra cui Petite Messe Solennelle di Rossini, Carmina Burana e Catulli Carmina di Orff, Les Noces di Stravinski, Messa in re magg. di Dvorak, Quattro pezzi sacri di Verdi, Messa di Gloria di Puccini.
Clelia Delponte 3470349679