Presentazione della Vergine al tempio: una riscoperta di forme e colori (PD)

Il restauro della grande tela di Antonio Zanchi (Este 1631 – Venezia 1722) raffigurante “La Presentazione della Vergine al tempio” si è concluso: si tratta della prima opera del ciclo mariano che occupa tutte le pareti della chiesa della Beata Vergine della Salute in Este, di proprietà dell’Ente comunale, firmata e datata 1700.

L’impegnativo restauro è stato possibile grazie a risorse proprie del Comune, alla compartecipazione economica della Regione Veneto (L.R. n. 45 29 dicembre 2017) e di una ditta del territorio. L’articolo 65 della citata Legge regionale ha infatti previsto contributi per la salvaguardia di beni mobili, di proprietà dei Comuni con popolazione inferiore ai trentamila abitanti, che abbiano particolare valore storico e artistico, risalenti almeno al diciannovesimo secolo, non inseriti in percorsi o raccolte museali. L’Amministrazione comunale ha programmato per domenica 8 dicembre 2019, alle ore 17.00, il momento ufficiale di presentazione dell’opera; nell’occasione sarà distribuita una brochure che testimonia l’importanza del dipinto e degli esiti del restauro.

«La cura del nostro patrimonio di beni culturali è impegnativa e complessa – afferma l’assessore alla Cultura della Regione Veneto, Cristiano Corazzari. Aiutare gli Enti locali in questo compito è lo scopo di questa misura di finanziamento specificamente adottata per concorrere fattivamente alla manutenzione e al recupero di un patrimonio storico e artistico che, per natura e tipologia, difficilmente avrebbe trovato altre fonti di sostegno. Ciò ci gratifica per l’ottenimento di un risultato eccellente e ci induce a formulare l’auspicio di avere avviato un processo virtuoso per promuovere e favorire la conservazione di un retaggio prezioso ricevuto dal passato che abbiamo il compito di trasmettere integro a chi verrà dopo di noi».

La Chiesa della Beata Vergine della Salute, gioiello del patrimonio artistico-religioso comunale, venne eretta nel 1639 sull’area donata da Giovanni Antonio Capovino alla Magnifica Comunità Atestina, affinché lì venisse costruito un oratorio da dedicare alla Beata Vergine dei Miracoli.

E’ tra gli esempi più singolari di architettura seicentesca della zona, e conserva al suo interno lo straordinario ciclo pittorico realizzato tra il 1649 e il 1721, testimonianza della fervida cultura pittorica estense dell’epoca, tra cui spiccano i teleri dell’atestino Antonio Zanchi: la Presentazione di Maria al Tempio, lo Sposalizio della Vergine e l’Annunciazione. Il ciclo può essere considerato a buon diritto un unicum nel panorama artistico veneto, una rassegna dell’arte seicentesca che non ha eguali. Chi visita la chiesa si ritrova in una vera e propria pinacoteca del primo ‘700. Assieme alle opere di Pietro Libero e di Federico Cervelli, collocate nell’abside, e a quella di Giovanni Brunelli, il ciclo pensato unitariamente dallo Zanchi annovera infatti anche opere di Bartolomeo Litterini, Tommaso Formenti, Ludovico Lamberti, Giovanni Antonio Fumiani. La tela con Presentazione è non solo il primo dipinto realizzato ma rappresenta l’apice artistico del ciclo mariano.

Il restauro della tela ha permesso di valorizzare quest’opera e di indagarne meglio la storia: un dipinto importante, riscoperto nell’originale colore, che si colloca tra le migliori prove zanchiane presenti in città, confermando al pittore il ruolo di protagonista della corrente dei cosiddetti ‘tenebrosi’ e di ‘ponte’ tra il ‘500 e ‘700. Vi si ritrova il forte contrasto chiaroscurale dei ‘tenebrosi’, derivato dal genovese Giambattista Langetti, ma è in particolare lo studio iconografico che ha assicurato le più interessanti novità.

Innanzitutto si è dimostrato come sia sempre Jacopo Tintoretto il punto di riferimento (con la sua Presentazione per la chiesa veneziana della Madonna dell’Orto), ma mediato attraverso la lezione di Luca Giordano. Il pittore napoletano eseguì, infatti, per la chiesa della Salute a Venezia una pala d’altare con la Presentazione al Tempio di Maria che costituisce il vero modello per la nostra tela. Identica è l’intonazione solenne, la composizione organizzata in modo diagonale, la caratterizzazione dei diversi personaggi che assistono alla scena con un molteplice registro di gesti ed espressioni oltreché di costumi, rendendo percepibile la carica emotiva suscitata dall’evento in atto. Non mancano le riprese dirette di alcuni brani e figure: si vedano le rispettive figure in piedi in primo piano a destra, o l’apparizione angelica nella parte alta delle tele.

Il restauro del dipinto segna l’inizio del recupero del ciclo pittorico del pittore atestino, e ha permesso di riportare alla luce le caratteristiche tinte armoniose e squillanti del pittore (rossi, verdi, azzurri, gialli, violacei e bruni) che hanno sempre contraddistinto la sua produzione, ridando dignità e valore alla fase artistica estrema.

«La storia, l’arte e l’archeologia restano tra i valori più importanti del nostro patrimonio culturale, nonché tra i più grandi fattori di attrazione turistica – dichiara il sindaco di Este, Roberta Gallana, e aggiunge: lo sguardo è rivolto al 2022, quando ricorreranno i 300 anni della morte del pittore atestino. Vogliamo continuare il restauro del ciclo pittorico della Chiesa della Salute e magari celebrare questa ricorrenza con una degna mostra monografica».

Chiesa delle B.V. della Salute, via Salute 493 – Este (Padova)

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