EX ALLIEVI DI DON RAFFAELE CROSATO TORNANO ALLA COLONIA AGRICOLA DI VASCON DI CARBONERA

Gli “ex ragazzi” dell’Opera Pia Colonia Agricola Vittorio Emanuele III sono tornati a Vascon di Carbonera per celebrare, con il loro ritrovo annuale, i legami indissolubili nati durante l’infanzia e l’adolescenza ma anche per rilanciare nuovi progetti.

Una festa per la quale alcuni sono arrivati anche da molto lontano, per ricordare insieme quello che l’antica Colonia Agricola ha rappresentato per la loro vita, spesso cominciata “in salita”, ma che grazie all’indimenticabile “padre” don Raffaele Crosato (scomparso nel 2007) nella ex villa Callegari ha trovato conforto, amicizie, sostegno e un indirizzo solido e sicuro per trasformarsi in serena e appagante.

Proprio nell’area dell’ex villa, ora sede di Alternativa Ambiente cooperativa sociale, la festa è iniziata con la Santa Messa officiata da don Renato Gazzola, parroco di Vascon, ed è poi proseguita nei locali che ospitarono i laboratori delle prime scuole professionali della provincia di Treviso, volute proprio da don Raffaele Crosato per i suoi ragazzi (e che negli anni 60, sempre su spinta di don Crosato, ha dato vita a quello che è l’attuale polo scolastico di Lancenigo).

Gli “ex ragazzi”, ora uomini maturi che purtroppo ogni anno contano qualche nuovo assente nel gruppo, hanno voluto dedicare questa giornata al loro grande progetto che guarda al futuro salvaguardando il passato: il recupero delle “chiesetta” di Vascon, quell’Oratorio dell’Annunziata che apparteneva al complesso di villa Callegari e che, dopo anni di abbandono, lo scorso anno hanno autonomamente deciso di mettere in sicurezza, grazie ad una raccolta fondi da loro gestita e al progetto di restauro avviato proprio da un “ex ragazzo”, Francesco Merlo, geometra che per sopraggiunti limiti d’età ha poi trovato la collaborazione dell’arch. Alessandro Zorzi.

È stato proprio l’arch. Zorzi a illustrare ai convenuti le future fasi del progetto, che è già stato inviato alla competente Sovrintendenza, e gli onerosi impegni economici previsti, di fronte ai quali gli “ex ragazzi” si sono detti comunque fiduciosi e non sono mancate le donazioni e le idee per raccoglierne altre, inclusa l’intraprendente e generosa iniziativa di chi ha messo a disposizione alcune opere d’arte di sua proprietà per realizzare un’asta e incrementare la raccolta.

Come ha spiegato uno dei loro coordinatori, Gabriele Vidali, «siamo determinati a restituire alla comunità questo prezioso punto di riferimento, di incontro, di identità. Qui, insieme, abbiamo avuto grandi lezioni di coraggio e di fiducia contro le avversità. E abbiamo ancora energie sufficienti a riuscire a portare a termine questo progetto ambizioso per uno dei luoghi in cui siamo grati di essere cresciuti per poterlo condividere con i ragazzi del futuro».

Marco Toffoli, presidente di Alternativa Ambiente cooperativa sociale, ha puntualizzato: «Le note difficoltà del periodo per tutto il Terzo settore, non consentono alla cooperativa di investire in questa meritoria impresa, per la quale offriamo però tutto il supporto amministrativo e organizzativo, e per la quale molti nostri soci si stanno impegnando per la raccolta fondi».

L’oratorio dell’Annunziata, la cappella di Villa Callegari, è il più antico edificio sacro di Vascon, citato dal vescovo Fortunato Morosini nel 1717 come unica chiesa campestre del paese. Dal 1826 fu di proprietà della famiglia Callegari e nella seconda metà dell’Ottocento Marianna Callegari vi ospitò spesso il nipote sacerdote, Giuseppe Callegari (nato a Venezia nel 1841) divenuto vescovo di Treviso nel 1880 e ordinato cardinale nel 1903 da papa Pio X, che era stato a lungo suo collaboratore, frequentando anche la villa di Vascon.

Villa Callegari e le sue pertinenze, all’inizio del XX secolo risultano piuttosto cambiate e compromesse, con l’Oratorio ampliato nella parte del presbitero e dell’altare. I continui cambi di proprietà non ne favorirono la conservazione, tanto che anche della “Pala del Tiepolo di buona forma” custodita nella chiesetta, descritta dal vescovo Federico Zinelli in un documento del 1867, si sono perse le tracce.

Con il generoso lascito del cav. Ernesto Dartora da Onigo (1858-1939), il complesso divenne di proprietà provinciale per essere destinato, a partire dal 1927, a sede dell’Opera Pia Colonia Agricola Vittorio Emanuele III gestita dai Padri Giuseppini, che vi accolsero centinaia di orfani della I e della II Guerra Mondiale: giovani e giovanissimi che trovarono ospitalità nella Colonia e che impararono un mestiere in quelle che furono le prime scuole di formazione professionale della provincia di Treviso, nate proprio dall’esperienza della Colonia.

Negli anni Sessanta, dopo che le scuole di formazione professionale furono trasferite nell’attuale sede di Lancenigo, l’oratorio e la villa caddero in abbandono fino a quando, negli anni Settanta, l’area ricominciò a vivere con la nascita della Cooperativa Alternativa, poi divenuta Alternativa Ambiente cooperativa sociale. Grazie a quella ritrovata vitalità, nel 1979 gli abitanti di via Callegari e di via Valier restaurarono volontariamente la chiesetta, festeggiando poi la loro opera con la Festa di Primavera il 25 marzo di ogni anno, con incontri molto sentiti e partecipati che si sono ripetuti fino a pochi anni or sono. E che gli “ex ragazzi” vogliono riprendere a organizzare.

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