Archivi categoria: Storia dell’Arte

La scultura moderna: un affare da Primitivi!

Edmund Wilson detto Bunny, guru delle lettere americane e mitico editor di Hemingway e Fitzgerald, scrisse un saggio sull’origine della cultura del suo Paese intitolato, “Dovuto agli Irochesi”. Ora, un saggio dedicato alle origini della scultura potrebbe, analogamente, essere intitolato “Dovuto agli Africani”. Sottintendendo il debito scontato verso gli antichi egizi, i cicladici e gli etruschi. Continua la lettura di La scultura moderna: un affare da Primitivi!

Eccentriche, americane e dotate di grande fiuto: le Collezioniste d’arte del Novecento.

Libere, stravaganti, raffinate. Talvolta persino eccessive. Dotate di grande fiuto o, più semplicemente, ben consigliate. E, soprattutto, anche tanto, tanto ricche. Sono le signore dell’arte della prima metà  del secolo: le collezioniste. Ovvero le americane innamorate delle avanguardie artistiche. Continua la lettura di Eccentriche, americane e dotate di grande fiuto: le Collezioniste d’arte del Novecento.

Il D’Artagnan della matita che vestì il “New Yorker” per 60 anni: Saul Steinberg!

“Slideshow”, opera di Saul Steinberg, copertina del “New Yorker” nel 1972 e nel 1992.

Con le sue celebri copertine per il “New Yorker” ha scritto e commentato, per più di mezzo secolo, la storia del Novecento. E’ stato un arguto storico dell’età  contemporanea, Saul Steinberg (1914-1999): così come, sempre con la matita da disegno in mano, è stato un narratore, un filosofo, un architetto, un castigamatti. Insomma, un artista mirabile e multisfaccettato: un semiologo dell’illusionismo, un filosofo della linea, un sociologo e anche un poeta del segno. Soprattutto un impenitente ed indomabile “enfant terrible”. Forse perchè, come egli scrisse, la linea nera dei suoi disegni risaliva all’infanzia, era una sorta di scrittura ininterrotta che datava dai suoi giorni analfabeti. Continua la lettura di Il D’Artagnan della matita che vestì il “New Yorker” per 60 anni: Saul Steinberg!

L’Artista che cercò la Luce e trovò il Colore: l’olandese Jan Vermeer!

L’estatica “Donna con brocca” di Jan Vermeer.

Il posto di Jan van der Meer, al secolo Jan Vermeer (Delft 1635-1675), nella storia dell’arte ha dato luogo a tesi diverse, tra le quali, certune hanno sminuito il suo ruolo, non vedendo in lui che un pittore di genere, un realista, o ancora, un ceramista, che impiegava colori di maiolica per i suoi personaggi, come per gli oggetti. Ma simili teorie travisano la vera natura di un artista straordinario. Che svolga soggetti familiari, ritratti, paesaggi, o anche come ai suoi esordi, temi mitologici o religiosi, egli ha apportato un elemento, del tutto nuovo, nella pittura dei Paesi Nordici: la rivelazione dell’idea platonica della pittura in sè. Continua la lettura di L’Artista che cercò la Luce e trovò il Colore: l’olandese Jan Vermeer!

Solitaria, introversa, sfuggente: Gwen John e il suo intimismo pittorico!

Gwendolen John nacque il 22 luglio del 1876 a Pembrokeshire, nel Galles. Era sorella maggiore del fantasmagorico, prolifico pittore Augustus John, il quale, nonostante una carriera più ricca di pubblici riconoscimenti e di guadagni, negli ultimi anni si dice affermasse: “Fra cinquant’anni ci si ricorderà di me solo come del fratello di Gwen John”. Certo la fortuna della pittrice, che lei vive, fu rilevante benché di non vasta portata, negli anni recenti si è considerevolmente allargata. Continua la lettura di Solitaria, introversa, sfuggente: Gwen John e il suo intimismo pittorico!

Katsushika Hokusai, il “Vecchio Pazzo per la pittura” che ispirò Van Gogh e Monet.

Vincent Van Gogh, indubbiamente il più geniale e tormentato tra i talenti pittorici del Post-Impressionismo, così scriveva al fratello Theo, riferendo la scoperta destinata ad influenzare gli ultimi anni della sua produzione artistica: “Se si studia attentamente l’arte giapponese, allora si vede un uomo, incontestabilmente saggio ed intelligente, impegnato a dedicare il suo tempo, ma a che cosa? A studiare la distanza della Terra dalla Luna? No. A riflettere sulla politica del cancelliere Bismarck? No. Quest’ artista dedica il suo tempo a studiare un filo d’erba. Questo filo d’erba, però, lo porta a disegnare le piante e poi le stagioni, i grandi paesaggi, gli animali ed, infine, la figura umana. E’ così che trascorre la sua esistenza e, la vita è troppo corta per permettergli di fare tutto. Non è, dunque, quasi una religione quella che c’insegnano questi giapponesi così semplici, che vivono a diretto contatto con la natura come fossero loro stessi dei fiori?” Continua la lettura di Katsushika Hokusai, il “Vecchio Pazzo per la pittura” che ispirò Van Gogh e Monet.

Tra veli di tulles color pastello e passi di arabesques, ecco a voi il Padre pittorico delle Ballerine: Monsieur Edgar Degas!!

Edgar Hilaire Germain Degas (1834-1917), noto come uno dei pochi se non l’unico impressionista che ai fiori e ai giardini “en plein air” preferiva le ballerine dai colori pastello e i ridotti dei teatri dell’Opera, amava ripetere che in pittura bisognava “stregare la verità”: un principio che, chiaramente, non deve essere interpretato in chiave esoterica, mistica o simbolista. Piuttosto lo si deve leggere nella chiave parnassiana che ne dette il poeta francese Paul Valery, nel senso cioè di raggiungere la verità nello stile e lo stile nella verità. L’atto di “stregoneria poetica” consisterà, dunque, soltanto nella metamorfosi del dato occasionale o realistico in motivo unico ed assoluto, come fa del resto l’artista Degas: nel far divenire eterno il presente, traducendo la sua immagine in forma, portandola dalla dimensione esistenziale del tempo a quella estetica dello spazio. Continua la lettura di Tra veli di tulles color pastello e passi di arabesques, ecco a voi il Padre pittorico delle Ballerine: Monsieur Edgar Degas!!