Michele Silenzi, L’uomo indifferenziato

“Pólemos è padre di tutte le cose”, diceva già Eraclito nel V sec. a.c. Il termine greco significa “guerra” ma, almeno nell’accezione che ha qui, si riferisce anche a tutto ciò che semplicemente emerge da quell’indifferenziato originale in cui si trovava. In quanto tale polemos è quindi divisione, separazione, e dunque male.

Da qui la necessità strutturale dell’uomo di sottrarsi a questa condizione, di vedere un “al di là da essa” cui attingere. La religione nella sua accezione più generale è esattamente questo: Dio non è altro che l’indefinito, il Bene, l’amorfo a cui tutti faremo ritorno.

Ma il nostro tempo è il tempo della secolarizzazione: l’uomo abbandona il regno di Dio per tornare fieramente sulla terra, a dominarla. E tuttavia ci siamo sbarazzati di Dio ma non della necessità di sottrarci al polemos, e l’indifferenziato si è limitato ad assumere nuove forme.

“E dunque, adesso, quali idee? Quale ideologia? Quale utopia? Quale Dio?” si chiede Michele Silenzi ne L’uomo indifferenziato: un libro pentrante, necessario, edito da Rubbettino e incorniciato dalla bella prefazione del filosofo Raimondo Cubeddu.

La risposta a questi incalzanti interrogativi tramortisce e vanifica, pone il senso di irreversibilità e d’improvviso il lettore sente addosso il peso di tutte le catene che già prima lo avvolgevano. L’indifferenziato, da principio ultraterreno, non è divenuto altro che un principio mondano. Il che innanzitutto si traduce in un’assenza totale di azione, essendo “azione” tutto ciò che crea differenza e quindi dolore, male. Il bene invece è l’assenza di azione, e dunque di storia. Il principio di indifferenziazione è quindi in prima istanza un principio sociale e politico, cui ogni individuo sottostà; è “la coscienza che ci fa tutti vili”, come disse Freud, riprendendo l’Amleto di Shakespeare, alla fine de Il disagio della civiltà.

Il libro di Michele Silenzi, direttore editoriale di Liberilibri e collaboratore de «Il Foglio» e «HuffingtonPost» è frutto di un pensiero accorto, indagatore; è il tentativo di individuare i fili invisibili che guidano la coscienza dell’uomo moderno, appunto, l’uomo indifferenziato. Siamo ormai svaniti in questa massa informe, una rete a maglie strette da cui è impossibile uscire? O rimane una coscienza cui fare appello? Un’azione che, nonostante sia per sua natura polemos, possa essere ancora Bene?
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La quarta di copertina

Leo Strauss ha scritto che la nostra appare essere la prima e poca radicalmente ateistica nella storia del genere umano. Le conseguenze di tale situazione sono inconoscibili perché senza precedenti. Indietro non si può tornare perché il passato e le sue credenze sono state sbriciolate dal loro stesso disvelamento e dal progresso della ragione. Ma non è neppure possibile liberare uno spazio dello spirito così vasto senza sostituirvi, dopo il tragico fallimento dei totalitarismi novecenteschi, un principio esistenziale equivalente. Un principio che sia speranza di “salvezza”. L’uomo indifferenziato prova a mostrare come tale principio sia quello dell’indifferenziazione, un concetto che ha radici profondissime e l’uomo e che viene oggi a imporsi come paradigma politico, sociale e culturale.

L’indifferenziazione è bisogno di eguaglianza assoluta è, immagine laica di salvezza per rimediare al dolore implicito nel semplice essere nel mondo come individui, ossia come esseri differenti che si relazionano, si confrontano, entrano in contrasto e progrediscono attraverso una costante distruzione creatrice. L’indifferenziazione tende quindi a emergere come principio curativo per spegnere la sorgente stessa del dolore generato dal confronto di ciascun individuo con gli altri e con il mondo. Perché il dolore, in ogni sua forma, diviene il male assoluto da eliminare a tutti i costi se non è possibile comprenderlo all’interno di una cornice che gli dia un significato. Ma quali potrebbero essere le conseguenze? Il libro, attraverso un percorso storico-concettuale, traccia, le tappe di come il principio culturale e religioso dell’indifferenziazione stia assumendo le vesti di un inquietante destino dell’uomo.

Michele Silenzi, L’uomo indifferenziato, Rubbettino 2022, p. 144, € 15,00

Antonio Cavallaro
Responsabile Comunicazione Esterna
+39 0968 6664275
+39 327 4792173
www.rubbettinoeditore.it

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